DOMODOSSOLA- 24-06-17- Per i dimostranti contro
il sindaco Pizzi il coprifuoco di Domodossola è una trovata pubblicitaria che ha imbarazzato: “Avremmo preferito che Domo fosse famosa per Piazza mercato, Rosmini, il Calvario, Contini e la D – ha detto Marco Immovili uno degli organizzatori - e non per gli eventi di questi giorni”. “Noi di fronte alla proposta del coprifuoco – ha detto nel suo intervento Gabriele Ricci - vediamo i diritti calpestati e i centri di accoglienza trasformati in prigioni, dopo le otto e qual è la colpa che fa chiudere le sbarre dopo le otto?. La colpa di essere scappati dal proprio paese per cercare la pace e una condizione di vita migliore, come fecero molti italiani dal Sud al Nord, dall'Italia e dall'estero”. Durante la manifestazione non è mancato il riferimento alle origini del sindaco. “Il nostro sindaco è figlio di un partigiano. Un partigiano calabrese. - ha detto in seguito Marco Immovilli un altro degli organizzatori - il sindaco si ricorderà cosa dicevano gli gli autoctoni dei calabresi. Si ricorderà d come veniva chiamata la Cappuccina. Abissinia. Ecco la vergogna che o avrei provato in quei giorni vedendo i miei concittadini scrivere cartelli “non si affitta ai terroni” sarebbe stata la stessa che sto provando in questi giorni”. “Imbarazzo è questo quello che abbiamo provato noi giovani ossolani – ha detto Ricci nel suo intervento - ascoltando le notizie del Tg5 di giovedì 15 maggio, abbiamo sentito il sindaco di Domodossola dipingere la città come un posto pericoloso, xenofobo e razzista. Eppure di solito è bello, per noi gente di provincia, sentire il nome del proprio paese salire alla ribalta nazionale. Ma questa volta no. Questa volta è triste. Una città che ha scritto pagine di storia che è famosa in Italia e nel mondo per i valori partigiani di libertà, uguaglianza e giustizia non merita di essere svilita a tal punto. Non merita di passare agli onori della cronaca per un inutile anticostituzionale coprifuoco, trovata pubblicitaria di un sindaco che ha dimenticato cosa significhi portare quella fascia intrisa di storia, sulla propria spalla”. “20-01 Not in my name Domodossola”. Questo lo slogan di un volantino che che è stato distribuito questa sera. “Se questo è solo l'inizio per il sindaco questo è solo l'inizio della nostra “Resistenza” . Hanno detto gli organizzatori. Le canzoni Imagine e Bella ciao hanno chiuso la manifestazione davanti al municipio.
Mary Borri
Video di Ale Velli ed Eugenio Lux