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DOMODOSSOLA- 10-06-2018- La provincia quieta, talvolta banale cela in realtà misteri avvolti tra le brume del lago. Nel nuovo romanzo dello scrittore Matteo Severgnini, " La donna della luna"  il lago d'Orta, è più di una cornice delle investigazioni del detective Marco Tobia. " I luoghi sono fondamentali per raccontare una storia nera. Il territorio diventa un personaggio" spiega l' autore, il quale ha presentato il suo libro "giallo" nella serata di sabato 9 giugno, alla  libreria Wonderland a Domodossola, intervistato da Luca Mattioli. Fresco di stampa, uscito il 26 aprile per la casa editrice Meridiano Zero, il romanzo affronta vari temi tra cui quello del passato, apparentemente nascosto e dimenticato,  che ritorna, fino al problema dello stalkeraggio che subiscono le donne e anche alcuni omaggi: per  esempio un personaggio della storia, un caro amico del protagonista,  si chiama Anselmo e questa è una citazione  del racconto " C'era due volte il barone Lamberto" di Gianni Rodari. Nell'opera compaiono anche Parigi e Milano ma il lago d'Orta riveste uno spazio speciale. 

"Volevo ambientare questo romanzo intorno a un'isola e mi è subito venuta in mente San Giulio dove Tobia, ex poliziotto con un'infanzia e adolescenza difficili,  si è auto esiliato, l'isola è un luogo ideale per sentirsi  protetto, perché avvolta dall'acqua e dal silenzio. 

Marco Tobia è nato dalla volontà di creare un nuovo investigatore privato e ho voluto dargli una caratteristica principale  che lo mettesse in difficoltà giorno dopo giorno: la sindrome di Tourette, dal punto di vista sociale molto invalidante" spiega ancora l'autore. 

Due figure femminili spiccano all'interno della sua  narrazione: Clara, fidanzata italo francese di Tobia che di professione fa la escort e la cliente del detective,  la ricca signora Baroni che lo ingaggia per indagare sul presunto suicidio del fratello di lei. La metafora della luna presente nel titolo infine fa riferimento al fatto che non sempre vediamo il satellite  nella sua totalità e nel romanzo emerge proprio questo concetto: le cose non sono proprio come sembrano. Severgnini, da più di vent'anni scrittore di racconti noir e romanzi collabora anche come autore con la Radio Televisione Svizzera Italiana, e ha in serbo un altro importante lavoro: 

" È un film documentario con un forte tratto poliziesco, in questo momento è in fase di montaggio. Si intitola " A Omegna non si beve più il caffè ". La regia l'ha curata Erik Bernasconi un mio collega ticinese e sarà nelle sale alla fine di quest'anno o nei primi mesi del 2019. Narriamo la nascita, lo sviluppo e il declino del distretto industriale del Cusio, di Omegna con tutte le sue fabbriche" conclude lo scrittore omegnese.