VCO-21-06-2018-L'estate e l'inverno sopraggiungono
in corrispondenza dei solstizi, due momenti dell'anno che da tempo immemore condizionano la vita dell'uomo, e che celano molte più curiosità di quel che inconsciamente si potrebbero attribuire a due giorni normali (cosa che questi non sono). I solstizi sono, rispettivamente d'estate e d'inverno, il giorno più lungo e il giorno più corto dell'anno. Il sole ogni anno ritarda di circa sei ore e grazie all'anno bisestile ogni quattro anni è possibile recuperare questo ritardo e, a causa di queste variazioni, i solstizi possono cadere il 20 o 21 giugno e il 21 o 22 dicembre. Durante il solstizio d'estate avremo quindi il giorno più lungo dell'anno e questo tra il polo Nord e il circolo polare artico corrisponderà a 24 ore di sole. Questo vale però solo per l'emisfero boreale, nell'emisfero australe questa data corrisponde infatti al solstizio d'inverno, e quindi al giorno più corto dell'anno. Fin dall'antichità l'umanità ha mostrato interesse per questi fenomeni, arrivando a costruire veri e propri monumenti (il più famoso Stonehenge, ma anche le piramidi che sono disposte secondo orientamenti astronomici) per monitorare il passaggio delle stagioni. Tracce di questi culti solari si possono trovare in tutto il mondo, dalle Americhe alla Polinesia, passando per Africa ed Europa, e sono arrivate fino a giorni nostri, basti pensare come ogni anno migliaia di persone si riuniscano a Stonehenge all'alba del solstizio d'estate per ammirare la nascita della nuova stagione.


