OSSOLA- 09-08-2018- “Interconnector? Non si può fare!” Le perizie di Salviamo il Paesaggio Valdossola sul progetto, eseguite secondo un metodo messo a punto da Arpa Piemonte, silurerebbero il superelettrodotto di Terna: “Mentre 11 Sindaci ossolani si riuniranno venerdì prossimo a Villa Taranto con i responsabili di Terna ed i parlamentari di zona- si spiega in un comunicato- per rivendicare nelle mani del Prefetto del Vco il loro insindacabile ruolo di amministratori del territorio nella valutazione del progetto Interconnector Svizzera-Italia 380 kV, il comitato locale Salviamo il Paesaggio Valdossola ha concluso la prima parte del suo studio sulle criticità della grande opera elettrica: il tratto di linea del superelettrodotto in alta tensione, esaminato dalla Centrale di Ponte (Formazza) alla Stazione di Verampio (Crodo), non potrà mai essere autorizzato lungo questo tracciato, perché le interferenze con gli indicatori ambientali individuati sul posto sono emerse in tutta la loro gravità. La tangibilità delle magagne è scaturita utilizzando Ie procedure e gli schemi del metodo di valutazione adottato da Arpa Piemonte per questi impianti, descritti in uno studio specifico del 2006. I periti e gli esperti del gruppo di lavoro di Salviamo il Paesaggio Valdossola, che hanno operato in questi mesi in modo autonomo e volontario, hanno ottenuto risultati categorici ed inequivocabili: l’opera, se realizzata, si configurerebbe ad “impatto ambientale di grado eccezionale”, al limite superiore della scala di criticità, stabilito dal metodo di valutazione in oggetto.
Dice Sonia Vella: “Gli indici numerici, dedotti dalle oltre 106 schede di rilevamento sul campo ed inseriti nelle formule per il calcolo ponderato delle criticità della nuova linea elettrica, non lasciano scampo al definitivo stop di Interconnector”. Il valore delle perdite in termini ambientali, ecosistemici, di bellezza del paesaggio, di sottrazione di spazi liberi ed incontaminati per il turismo escursionistico o disponibili per l‘avifauna protetta, di rischio leucemico per i campi elettromagnetici, oltre che le perdite di valore dei beni culturali e patrimoniali supera di gran lunga il costo dell’opera. Per questo lo studio verrà allegato alle Osservazioni di rito, conseguenti alle Integrazioni volontarie della società multinazionale (III^ Ripubblicazione) che scadono il giorno 24 di questo mese. “Non s’ha proprio da fare ed è tutto dimostrato dati alla mano, grazie alle precise istruzioni dell’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente di questa Regione” – dice il consulente Antonio Di Pasquale – “Lo studio che abbiamo utilizzato è stato predisposto e pubblicato alcuni anni fa in collaborazione con l’Università di Milano e la società ENEL ed è a disposizione degli Enti pubblici. E’ tutto molto chiaro, descritto con competenza e di facile consultazione. Ci stupiamo che nessuno l‘abbia mai preso in considerazione fin’ora”.
Rimarca infine Filippo Pirazzi referente di Salviamo il Paesaggio Valdossola:
“Quello che Terna vuole cocciutamente realizzare in Ossola dal 2012 a questa parte e che la Giunta regionale del Piemonte non ha il coraggio di rigettare, non è autorizzabile. Con questo studio che estenderemo a tutto l’impianto dal Passo di San Giacomo a Pallanzeno e, se ne avremo la forza, fino a Settimo milanese, siamo in grado di verificare che l’opera di Terna non può passare su questo territorio. Le penalizzazioni a discapito dell’ambiente sono evidenti e sono quantificabili numericamente. Con questo metodo è possibile inoltre arrivare al calcolo economico dei danni, il cui valore monetario va messo sul piatto della bilancia in modo preventivo e anticipato, come stabilisce la legge, prima che l’opera venga malauguratamente autorizzata”.
Un danno immenso e di grande pregiudizio per le generazioni future che risulta finalmente palese dall’analisi delle criticità, suggerite da un Ente qualificato regionale come ARPA Piemonte. Non è più solo l’opinione di un comitato ambientalista con il Paesaggio custodito nel cuore, che già quattro anni fa aveva dato battaglia a questo mostro alieno di ferro, bulloni, cavi elettrici e cemento, perché nei fatti -“Interconnector è più verosimilmente un’operazione finanziaria miliardaria irragionevole, a beneficio di profitti altrui, che nulla di buono apporterà ai cittadini residenti. L’oro verde delle nostre montagne vale molto di più”.
Ecco di seguito “l' analisi e verifica di nuovo elettrodotto HT/THT” fatta da Salviamo il Paesaggio Valdossola ed intitolata “Interconnector Svizzera-Italia 380 Kv: criticità ambientali e paesistiche secondo il metodo di ArpaPiemonte”
PREMESSA
L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte ha pubblicato nell’anno 2006 una proposta metodologica di analisi delle criticità di tipo naturalistico, paesaggistico ed epidemiologico umano connesse agli elettrodotti. Il metodo è stato curato da Simona Tosatto e Paolo Debernardi in collaborazione tra gli altri soggetti con l’Università degli Studi di Milano e con ENEL, al fine di offrire alla Regione Piemonte un supporto tecnico nella pianificazione del territorio locale e nello studio di vecchi e nuovi impianti di trasporto della corrente elettrica.
L’applicazione è disponibile sulla rete internet al seguente link:
https://www.arpa.piemonte.it/pubblicazioni-2/pubblicazioni-anno-2006/copy_of_pdfcriticitaambientali.pdf
Secondo gli autori questo metodo è un utile strumento di analisi che supporta gli obiettivi delle normative vigenti per la materia in oggetto, e che consente agli Enti decisori di evidenziare una scala di priorità per gli interventi previsti dalle leggi di settore: ad esempio, per i limiti di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con frequenze comprese tra i 100 kHz e 300 GHz, generati dagli elettrodotti in alta e altissima tensione (220/380 kV) secondo la Legge 36/2011 e il DPCM 07/2003.
Oltre alla valutazione della componente antropica legata al rischio salute per gli aspetti radioprotezionistici, sono stati presi in considerazione dal presente metodo di ARPA Piemonte anche le analisi delle componenti territoriali ed ambientali:
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Il rischio di sorvolo aereo in presenza di elettrodotti aerei ad elevata tensione attraverso i dettami del Codice della Navigazione (L.58/1963).
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Il paesaggio attraverso il riconoscimento dei suoi detrattori in ottemperanza alle normative italiane e/o internazionali, come ad esempio i siti MAB e gli Heritage Sites dell’UNESCO.
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I beni e i siti a valenza storico-documentaria ed etnografica secondo le indicazioni della Sovrintendenza.
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L’avifauna in ottemperanza alle direttive comunitarie e nazionali della Rete Natura 2000 che definisce le ZPS e i SIC, la Convenzione di Ramsar sulle specie migratrici, le liste rosse dello IUCN e le identificazioni dei siti IBA.
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La vegetazione, in particolare delle specie floristiche protette, a rischio estinzione, minacciate e/o rare, secondo i dettami della World Conservation Union e delle normative della Regione Piemonte (n.32/1982).
Lo studio prende il via dalle analisi di tutte le criticità sopra elencate, attraverso il rilevamento delle componenti ambientali specifiche per mezzo di schede di rilevamento di campo, compilate prendendo in considerazione micro aree di territorio, definite celle, di diametro di 250 metri, entro le quali si snoda l’elettrodotto. Successivamente, gli indici numerici, ottenuti per il riconoscimento delle criticità descritte sulla scheda, vengono elaborati aritmeticamente per il calcolo di un valore di criticità totale della cella. La tabella riassuntiva finale è rappresentata attraverso una scala cromatica che va da valori di criticità trascurabile 0-7 (minimo) a eccezionale >35 (massimo). Qualora il numero di celle con valore “E = eccezionale“ sia superiore al 30%, tutta la linea elettrica assume valore ECCEZIONALE.
Per concludere, ARPA Piemonte evidenzia che la finalità della metodologia non è quella di individuare le possibili azioni mitigative delle opere ad elevato impatto ambientale, bensì quella di fornire una valutazione oggettiva degli eventuali danni arrecati al territorio dalle linee elettriche aeree di straordinaria capacità, in adempimento al modello DPSIR (Ocse) e agli obiettivi di Agenda 21 (ONU).
Quindi uno strumento utile anche per gli Enti territoriali come i Comuni, chiamati a valutare il progetto di Terna SpA Razionalizzazione della rete in alta tensione della Val Formazza (ex prot. EL 275 ) e Interconnector Svizzera-Italia 380 kV – All’Acqua-Pallanzeno-Baggio (ex prot. EL 330).
STUDIO DELLA LINEA HT CENTRALE PONTE – S.E. VERAMPIO
Salviamo il Paesaggio Valdossola ha messo in campo nell’estate 2018 i propri collaboratori esperti nelle varie tematiche previste dal metodo ARPA in oggetto, per l’analisi di un tratto dell’elettrodotto di Terna in progetto: il tracciato della nuova linea in alta tensione (220 kV), attualmente in fase di VIA presso il MiBACT (Ministero Ambiente) e le commissioni tecniche delle Regioni Piemonte e Lombardia (conferenze di servizio). L‘opera attraversa per lo più in quota la Valle Formazza e la Valle Antigorio (provincia del Verbano-Cusio- Ossola) ed è cartografata sugli elaborati di Terna tra la centrale ENEL di Ponte di Formazza (VB) e la stazione elettrica di Verampio di Crodo (VB). In totale, questo tratto di elettrodotto in progetto è stato suddiviso in 106 celle di 250 metri di lunghezza/larghezza ciascuna. Per ogni cella sono state compilate delle schede predisposte da ARPA per la valutazione degli indici numerici di criticità. Salviamo il Paesaggio Valdossola si è avvalsa per l’occasione delle competenze tecniche del perito di parte esperto di elettrodotti Antonio Di Pasquale di Chieti.
Il percorso scelto dal proponente l’opera per il passaggio delle nuove linee elettriche aeree ricade in luoghi della dorsale alpina orientale della Valdossola superiore che sono sottoposti al vincolo ambientale della Rete Natura 2000 per la presenza della ZPS Val Formazza e del SIC Maria Luisa. La maggior parte dei sostegni della linea in alta tensione “Centrale di Ponte – Stazione E. Verampio“ interessa queste aree a valenza naturalistica e faunistica, nelle quali sono state censiti numerosi siti riproduttivi di almeno 43 specie di avifauna tipica, tra le quali risultano certe le presenze del Fagiano di monte, della Pernice bianca, del Francolino di monte, della Coturnice, dell’Aquila reale, del Gracchio corallino che fanno parte delle liste rosse (All.1 della Direttiva UE 79/409 ). Per quanto riguarda la flora alpina sono state riconosciute 38 specie a protezione assoluta seconda la Legge Regione Piemonte 32/1982, di cui 13 inserite nella lista rossa regionale e 7 in quella nazionale. Tra i fiori meno conosciuti vanno segnalati: la Campanula cenisia, il Raponzolo del Carestia la Saponaria lutea (endemismi), la Carice pauciflora e la Carice irrigua.
L’elettrodotto in oggetto, inoltre, interseca gli itinerari escursionistici di montagna segnalati dal Club Alpino Italiano, facenti parte del Catasto dei Sentieri, i cui codici sono riportati sulle carte topografiche vecchie e nuove a servizio del turismo ambientale. Si ricorda che nelle prime Osservazioni di Salviamo il Paesaggio Valdossola al progetto, protocollate presso il MiBACT nell‘agosto 2014, furono individuate dagli scriventi 53 sentieri CAI che si potranno ritrovare sotto i cavi elettrici di Interconnector Svizzera-Italia 380 kV. Tra questi val la pena evidenziare il GTA, il Sentiero Italia, l’Alta Via alpina, alcune vie storiche di collegamento interregionali e intrastato, nonché importanti sentieri di accesso ai Rifugi in quota e/o alpinistici.
Le criticità eccezionali rilevate attraverso le schede di campo sono le seguenti:
- componente vegetazione “presenza di specie rare ritenute vulnerabili o incluse in convenzioni internazionali sulla protezione degli habitat o delle specie;
- componente avifauna “presenza di specie di uccelli suscettibili, tutelati a livello mondiale, comunitario o nazionale, entro la fascia critica di 200 m. dalla linea elettrica;
- componente paesaggio “presenza entro la distanza di 1000 m (F1, F2, F3, F4) dalla linea elettrica di uno o più beni riferibili alle seguenti tipologie: C1 siti paleontologici o protostorici – strutture megalitiche, ecc ... (vedi Muro del Diavolo di Arvenolo); C1 siti archeologici - sentiero, mulattiera, percorsi, via di transumanza, ecc ..., (come gli itinerari escur- sionistici alpini censiti nel Catasto dei Sentieri della Regione Piemonte) e siti archeologici – riparo sotto roccia (vedi La Balma dei Cervi con le pitture rupestri antigoriane prob. protostoriche); C2 geotopi e strutture geomorfologiche di rilevanza nazionale (dorsale lepontina nordorientale)
Come si evince dalla lettura della tabella in allegato “Valori di criticità parziale nell’ambito del caso in studio“, emerge che tutta la linea elettrica in esame assume CRITICITA‘ ECCEZIONALE , essendo in fascia di criticità “E“ oltre il 30% delle 106 celle in cui è stato scomposto l’impianto.
CONCLUSIONI
Secondo il metodo proposto da ARPA Piemonte per l’esame delle criticità ambientali e paesistiche indotte dalle linee elettriche, l‘impianto in alta tensione “Centrale di PONTE – Stazione Elettrica di VERAMPIO“ proposto da Terna non è realizzabile, risultando in fascia di criticità eccezionale.
Allegato: Valori di criticità parziale nell’ambito del caso in studio (tabella).
Beura Cardezza, 6 agosto 2018
Filippo Pirazzi e Sonia Vella referenti Comitato Salviamo il Paesaggio VALDOSSOLA tel. 338 613 2825 ; 348 882 8001 ; e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. gruppo FB: Salviamo il Paesaggio Valdossola sito nazionale di Salviamo il Paesaggio: www.salviamoilpaesaggio.it
POST SCRIPTUM: gli scriventi in nome e per conto di Salviamo il Paesaggio Valdossola si riservano di compleare lo studio in oggetto sugli altri tratti delle nuove linee elettriche proposte nel progetto di Terna in VIA, entro i termini di scadenza delle Osservazioni del 24 agosto 2018, o nei tempi immediatamente successivi a quella data.
DI SEGUITO I VALORI DI CRTITICITA' PARZIALE NELL'AMBITO DEL CASO STUDIO (LINEA 220 kV CENTRALE DI PONTE - STAZIONE ELETTRICA DI VERAMPIO )


