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prina nasa mask meeting 18

BACENO- 26-08-2018- L'Ossola si conferma terra di esploratori e pionieri spaziali di livello mondiale. Oltre ad Andrea Accomazzo, di Masera, direttore della missione Rosetta dell'Agenzia spaziale europea c'è infatti anche un giovane emergente di Baceno, Mauro Prina, che è stato assunto prima alla nasa, ed ora è Director of Thermal Dynamics presso la “SpaceX” di Los Angeles, l’impresa creata da Elon Musk per progettare viaggi spaziali a costi sempre inferiori e, addirittura, permettere all’uomo di colonizzare Marte. Prina venerdì scorso ha tenuto al Meeting di Cl a Rimini un incontro sul tema “Odissea su Marte”. Prina, originario di Baceno, si è trasferito negli Usa nel 1998, ha conseguito il dottorato di ricerca a Chicago, è stato assunto nei laboratori della Nasa a Pasadena per poi passare alla “SpaceX”, Al Meeting ha raccontato il suo lavoro quotidiano, il rapporto con i colleghi e compagni di lavoro, la necessità di non lasciarsi bloccare dalla paura degli errori, di imparare anche da essi. Dopo aver concluso l’incontro, in cui ha risposto a diverse domande del pubblico, Prina si è intrattenuto con i familiari ed amici presenti ma poi è stato “catturato” dalla band “Blues4People”, di cui ha fatto parte quando ancora viveva in Italia; ha impugnato il trombone ed ha suonato a fianco di due suoi parenti e di un amico ossolano, membri della stessa formazione italo - americana, insieme ad un loro amico aronese. Per la cronaca, quella sera nello spettacolo “The Last Blues” ha suonato anche Lou Marini, grande sassofonista, fra i protagonisti del film “The Blues Brothers”, amicissimo dei “Blues4People”: “Sono arrivato alla Nasa seguendo passo passo le cose che mi sono capitate nella vita- spiega- da bambino non volevo diventare astronauta, è una cosa successa verso i 30 anni. Ora progettiamo i viaggi su Marte, per questo è nata la compagnia dove lavoro adesso, la “SpaceX”. Al mio intervento al Meeting ho cercato di spiegare come lavoriamo insieme nel fare quello che stiamo facendo, martedì tornerò in America, vengo in Italia ormai ogni due o tre anni”.

Mauro Zuccari