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gremmo convegno domo

DOMODOSSOLA-14-10-2018- Incontro, sabato

6 ottobre scorso all'Hotel Corona di Domo con Roberto Gremmo, storico e giornalista, figura di riferimento dell'Autonomismo, e Luca Bona, consigliere regionale del Piemonte, per ricordare il “Bicentenario della Provincia dell’Ossola, proclamata con le Regie Patenti del 10 novembre 1818”. L’ iniziativa è della rivista “Storia Ribelle” in collaborazione con Alpi, Associazione Libera Per l’Insubria. In sala numerosi esponenti dell'autonomismo piemontese, che dopo le releazioni hanno preso la parola esprimendosi a favore della permanenza del Vco in Piemonte:

“Siamo qui per ricordare un anniversario importante- così Gremmo- noi pigliamo un piccolo pezzo della storia, che è l'ammissione che l'Ossola doveva essere una provincia a sé, che venne concessa nel 1818. Perché ricordiamo questo discorso di autonomia dell'Ossola? Perché crediamo che le altre soluzioni siano sbagliate, così come lo è stata la nascita del Vco, che è stato il mettere insieme montagna con zone di altre caratteristiche, che pur meritavano di essere difese, ma che così sono solo sminuite. E' poi sbagliato il Torinocentrismo ed altre fughe in avanti.

Cosa unisce la commemorazione con l'attualità? Qualche anno fa Gilberto Oneto organizzò un convegno a Vogogna sull' autonomia in cui mise come simbolo l'autonomia dell’Ossola, terra di libertà, ed indicava questo territorio con una tradizione di duemila anni. Io mi limito a ricordare tre momenti importanti, uno è quello dell'istituzione della Provincia, un altro è quando viene istituita la repubblica Partigiana, che non a casa finisce dove inizia la linea Cadorna, terzo momento nel '77 con l'Unione Ossolana per l' Autonomia, e credo che la memoria di Corradini meritasse più di un posteggio.

La Provincia dell' Ossola fu un regalo dell'assolutismo sabaudo. I Savoia avevano difetti ma non erano stupidi, e sapevano distinguere quando usare bastone o carota. In quel momento accade una cosa che poteva cambiare il destino del Pemonte, ovvero la rivolta dei Cantoni cattolici svizzeri, che chiesero aiuto a Carlo Alberto per staccarsi dalla Confederazione chiedendo soldi ed armi. Carlo Alberto aveva come primo ministro Solaro Della Margherita, il quale spinge perché si aiutassero. I cantoni cattolici mandarono a Torino una delegazione che offrì al sovrano la sottomissione, ma il re piemontese rifiutò, perché già allora aveva intenzioni verso la Lombardia. In questo momento si chiude l'autonomia dell'Ossola, ed il Piemonte perde l'occasione storica di allagare lo stato verso l'Europa e la Svizzera. Poi, dopo la Repubblica Partigiana ci fu, dal 1978, l' Uopa, l'Unione Ossolana per l'Autonomia, da cui sono nate tutte le autonomie del nord, anche per coordinamento di Bruno Salvadori dell'Unione Valdotaine. Sul modello dell'Uopa fu fatta l'Unolpa da un giovane di buone speranze di Varese (Umberto Bossi ndr.) che venne qui ad imparare. Fu un grosso vantaggio per le autonomie piemontesi quello di avere alle elezioni in quegli anni una prima lista unitaria. Fummo combattuti strenuamente. L'Uopa fece da volano alle autonomie del nord. Un fatto nuovo della politica e delle istituzioni che potrebbe ancora cambiare le cose è quello successo al parlamento elvetico, ovvero una interpellanza del Partito Popolare su Campione d’Italia, per annetterlo alla Svizzera. Il ministro degli esteri elvetico ha detto che ci possono pensare. Ora immaginate se lo facessero ancora più avanti, magari rivendicando legami perduti...”.