VERBANIA - 17-01-2019 - Andrà al Mise la questione dell'Hydrochem di Pieve Vergonte. Il tavolo convocato in Prefettura questo pomeriggio con rappresentanti dell'azienda, esponenti politici, un rappresentante del ministero dello Sviluppo economico (era atteso il sottosegretario Davide Crippa ma è stato trattenuto altrove) e sindacati non ha portato a risposte da parte della società tedesco-lussemburghese (del gruppo Icig) proprietaria dello stabilimento. Tutto rimandato ad un tavolo convocato per la fine di febbraio con un generico impegno da parte dei rappresentati italiani del gruppo di salvaguardare l'occupazione finché non si realizzi il progetto di conversione. In gioco c'è però il futuro stesso dello stabilimento chimico. L'ingresso di un socio italiano che avrebbe assicurato un nuovo sviluppo è stato "congelato" da mesi, con esso rimane senza certezza la possibilità d'investire quei 20-25 milioni per passare alla produzione di cloro soda con la tecnologia a "celle di membrana", l'unica compatibile con l'ambiente e le normative europee, l'unica in grado di assicurare futuro allo stabilimento della Bassa Ossola. Con la sospensione un anno fa, della produzione con la tecnologia mercurio vietata da decenni in Europa, e in funzione a Pieve grazie a diverse deroghe, per i dipendenti è cominciata la cassa integrazione. L'ammortizzatore sociale durerà ancora un anno, poi l'incertezza assoluta per 104 famiglie, più una sessantina di persone occupate nell'indotto.
E' per dar voce ad una preoccupazione concreta che una settantina di operai hanno atteso l'esito del tavolo davanti ai cancelli di Villa San Remigio. Hanno scioperato, 8 ore di astensione dal lavoro che ha coinvolto una maggioranza fortissima, in fabbrica oggi sono entrate tre persone, più coloro chiamati al turno obbligatorio per questioni di sicurezza. Un'assemblea al Comune di Pieve ha suggellato la giornata, si sta decidendo se intraprendere azioni di protesta. "Non ci aspettavamo risposte - confessa Paolo Riva dei chimici di Cgil - ma neppure un muro di gomma. E' certo che al ministero la proprietà dovrà presentarsi con numeri e concretezza, non potrà essere diversamente".
Lo stabilimento di Pieve può essere molto appetibile: grazie agli impianti idroelettrici è una delle rare fabbriche della chimica di base che opera con energie rinnovabili, senza considerare l'idrogeno derivante dai cloro-soda come produzione "secondaria" e il rinnovato scalo merci aperto da un anno. "Il cloro in Italia lo compriamo dalla Francia - aggiunge Riva - è un settore che può essere strategico, speriamo nel Mise".
"E' stato un incontro non facile, interlocutorio, relativamente a una vicenda sulla quale si deve ancora insistere e lottare, l'auspicio è che le risposte possano giungere entro la fine di febbraio", commenta il sindaco di Pieve Vergonte, Maria Grazia Medali. "E' tutto ancora da decidere - dice Iginio Maletti dei Chimici di Cisl -. La fine di febbraio è lontana, stiamo valutando come sindacati cosa fare".