DOMODOSSOLA - 04-11-19 - Un intervento
di Bernardino Gallo (SOS Ossola Cusio Verbano) sulla questione ospedaliera dove, peraltro, annuncia un ridimensionamento, forse un azzeramento, nel suo attivismo in Sanità.
In passato svolsi la funzione di Presidente della sanità e del socio-assistenziale in Ossola e, mancando la figura di direttore sanitario per molti anni, fui costretto a studiare per svolgere anche tale funzione. Premetto che la scelta era caduta sul sottoscritto per aver realizzato a Domodossola il primo Consultorio Familiare con un supporto dell’assemblea di ben 70 persone ma, feci di tutto per assumere tale incarico, non solo per la situazione disastrosa ma anche per la consapevolezza che sarei restato solo e tentai di tutto, garantendo la mia leale collaborazione, per convincere altre personalità, come l’allora famoso amministratore Plinio Pirazzi Maffioli che preferì andare a gestire le Comunità Montane. Riuscii a convincere l’amico Giuseppe Campana che, a causa della situazione veramente preoccupante, buttò la spugna dopo nemmeno un paio di mesi pur restando nella direzione e che, di quanto affermo, ne è diretto testimone. Con tale incarico dopo nemmeno 5 anni, riuscii a far avanzare il San Biagio, (e la sanità e il sociale territoriale) dall’ultimo posto nella graduatoria a livello della regione Piemonte, in seconda posizione solo dopo il grandissimo ospedale di Novara per noi di secondo livello. Tale obiettivo conseguito è stato riconosciuto da pochi, seppur senza nominarmi, come ad esempio in passato da Giovanni Francini, noto amministratore della val Vigezzo e del VCO, e anche dal blogger Piero Gaudio, molto recentemente. Allora vi era la logica di affidare da parte della regione, questi “scarti”, anche pericolosi occuparsene, a chi era in minoranza nella regione Piemonte. Contro ogni previsione quello che si riuscì a fare già nei primissimi 5 anni fu straordinario, grazie a un mio notevole e continuativo impegno in tale compito pur senza abbandonare il mio posto di lavoro. Il mio “difetto” fu quello che non pensavo minimamente di diffondere e pubblicare le grandi conquiste realizzate. Solo molto dopo ho imparato che pubblicizzare quanto realizzato, era ed è cosa assolutamente doverosa in Democrazia; ai tempi attuali si raccontano prevalentemente fandonie. Oggi so che facendo il bene comune senza informazione ti fai solo nemici che colpisci inevitabilmente, anche se sono una minoranza e non ti fai amici se le persone, che sono la grandissima maggioranza e cui hai messo a disposizione servizi importanti prima inesistenti, restano non informate. Metto a disposizione, come allegato, l’elenco dei numerosissimi servizi realizzati. Passiamo a tempi più recenti, quando circa dieci anni or sono, forte di queste mie conoscenze sul tema intuii una situazione di debolezza e di pericolo per la sanità dell’Ossola e non solo, creai SOS Ossola, poi anche Cusio e Verbano, associazione che si è interessata particolarmente di sanità e con lo scopo di dare supporto d’idee e di proposte, in un’ottica di collaborazione unitaria con altri soggetti esistenti. Subito dopo vi furono la nascita di nuove associazioni e la riproposizione di vecchie organizzazioni con la chiara intenzione di ritagliarsi uno spazio personale; quindi nessuna voglia di essere uniti. Io che sostenevo, con estrema ragione e cognizione di causa, che la sanità in Ossola si difendeva con la difesa di tutto il San Biagio e dei suoi servizi a partire dal DEA e non solo del punto nascite. Per tale limpida impostazione, a quei tempi, mi accusavano di non difendere il punto nascite e solo dopo molto tempo hanno compreso i miei concetti prima di rallentare l’impegno o quasi sparire o assenti nella difesa dell’ospedale San Biagio e dell’Ossola depredata di servizi. Sono andato avanti lo stesso e sono riuscito a migliorare la situazione o limitare i danni. Riuscii a far arrivare l’emodinamica al San Biagio; servizio importantissimo che è tra quelli alla base della scelta regionale di individuare in Ossola l’ospedale principale e nuovo da costruire nei dintorni di Domodossola, tra Domo e Villa. L’emodinamica fu realizzata grazie a una serie di mie iniziative tra cui un mio documento tecnico e Politico, presentato ai sindaci dell'Ossola e approvato unitariamente prima in val Vigezzo con la presenza tra gli altri del commissario dott. Corrado Cattrini e del dott. Massimo Tessitori cardiologo e, dopo una decina di giorni, arricchito e meglio argomentato, approvato unanimemente, in una riunione dei trentasette comuni ossolani in comunità montana. Va ricordato l'impegno importante del D.G. dott. Giacoletto per portare il macchinario da altra ASL, integrarlo e collocarlo nei locali nei pressi della cardiologia grazie alla lungimiranza del dott. Tirella. Molte altre problematiche sono state portate avanti come la denuncia dei trasferimenti dei parti delle donne ossolane quasi bloccato per l’assenza di un’adeguata pressione delle altre associazioni, per non parlare della ripresa dei lavori in pediatria che si aveva intenzione di non portare avanti e chiudere. Altre piccole cose il risanamento con la controsoffittatura del piano rialzato del "corpo a H" e altro ancora. Risulta a qualcuno che altre associazioni si siano interessate a tali problematiche o altre con continuità ed efficacia? In passato la Commissione Sanità del Senato prospettò, con un corposo documento pieno di dettagli e proposte, un’organizzazione della sanità nelle periferie in stretta connessione con il Servizio Emergenziale Protezione Civile. Una rivoluzione copernicana che avrebbe risolto e valorizzato il San Biagio in Ossola garantita efficacemente l’urgenza e l’emergenza. Fui tentato di farla mia come proposta ma pensai che avrebbe penalizzato il Verbano e il Cusio e la abbandonai. Altro tema fondamentale è la presenza dei privati convenzionati, tutti concentrati nell’area del Verbano che ha un peso straordinario pari al 70% della sanità del VCO, (il San Biagio ne rappresenta il 15%). Per tale motivo è assolutamente non comprensibile un non coinvolgimento dei suddetti privati nella gestione dell’ospedale Castelli, poiché questi avrebbero tutto l’interesse ad aumentare la platea di utenti così come fanno già oggi nelle loro strutture. Tale coinvolgimento, seppure in termini non settoriali, dovrebbe essere realizzato in analogia a quanto fatto a Omegna con il COQ che vede una gestione mista con prevalenza del pubblico e con apprezzamento ampio e condiviso. Non si riesce a capire perché mai si teme il privato quando sino a oggi e per più di mezzo secolo, si è taciuto sulla massiccia presenza di privato convenzionato segnalato e solo dal sottoscritto senza mai essere messo in discussione. Il VCO è stato spesso diviso su molti temi, compresa la sanità, mentre l’Ossola non è mai stata così frammentata nella sua storia come oggi. Fino a pochi anni fa i 37 comuni erano uniti in un’unica comunità montana, oggi si sono frantumati in quattro differenti raggruppamenti definiti unioni, aggregate sulle differenze d’interessi come i frontalieri e i canoni idrici oltre che per appartenenza ad aree partitiche diverse. Una frattura notevole è stata quella di dividere i sindaci tra quelli della bassa e alta Ossola per meri motivi di esigenze partitiche ed elettorali personali di qualche noto soggetto politico. Quanto sopra nonostante che sia i partiti che sindaci e amministratori, avessero sostenuto solennemente, tesi che hanno poi rinnegato senza alcuna motivazione, soprattutto durante le tre grandi manifestazioni popolari. Suppongo che anche per questo il PD e il centro sinistra sono stati penalizzati nelle ultime elezioni regionali in Piemonte. Mi auguro con tutto il cuore che vi sia tra i sindaci ossolani la massima convergenza sul ruolo dell’ospedale di Domodossola nuovo e vecchio ma migliorato che sia. Se non vi saranno una maggioranza molto ampia e una sostanziale unità, vedo una nerissima prospettiva. La mia opinione è che, piuttosto che uno nuovo, sarebbe meglio organizzare diversamente gli ospedali esistenti anche mediante una rivoluzione copernicana che veda le strutture di primo livello strettamente collegate e dialoganti con quelle di secondo livello a livello complessivo allo scopo di mantenere alti i numeri d’intervento necessari a garantire la qualità; la tecnologia è un elemento che questo potrà agevolare e incrementare. Naturalmente le strutture esistenti sono ancora da migliorare per eliminare vecchie strutture; ottimizzare ma non smantellare, se non nelle parti fatiscenti che sono minime, perché hanno già molte eccellenze strutturali, di servizi e impiantistiche oltre che di professionalità. Siamo dunque a un punto di non ritorno di una difficoltà troppo grande che può essere ribaltata se si fa il minimo errore. Intanto io non me la sento più di combattere contro i mulini a vento anche per motivi di salute e per il fatto che “cammin facendo” ho perso tutti i supporti, prevalentemente e abbastanza certamente per mia colpa. Per questo rallenterò moltissimo o azzererò il mio impegno auspicando che quello di tutti sia importante, genuino, leale e non fatto per appuntarsi sul petto medaglie al valore poco o non meritate. Valuterò se il gruppo SOS Ossola Cusio Verbano, sia da chiudere come penso.