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PIEMONTE- 13-12-2021--  L’attuale Ordinamento degli Enti Locali (D. Lgs. 267/2000) all’art. 18 prevede che ‘Il titolo di città può essere concesso con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'interno ai comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l'attuale importanza’.
Prima di tale norma, la legge che autorizzava la concessione del titolo di Città era il Regio Decreto 7 giugno 1943, n. 651 che, all’art. 32, prevedeva che ‘Il titolo di Città può essere concesso a Comuni, ai quali non sia stato già riconosciuto, insigni per ricordi e monumenti storici o per attuale importanza, purché abbiano provveduto lodevolmente a tutti i pubblici servizi e in particolar modo alla pubblica assistenza’.
Il titolo riguarda ovviamente le città più antiche e importanti ancor prima dell’Unità d’Italia del 1861 ed è conseguenza di concessioni regie o per tradizione e consuetudine.
Il tiolo di Città viene trascritto nel registro araldico dell’Archivio Centrale dello Stato che ha sede a Roma.
Nella pratica, il titolo onorifico di Città viene rappresentato seguendo i criteri di un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28.01.2011 e i Comuni insigniti del titolo di città utilizzano una corona turrita, formata da un cerchio d'oro aperto da otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro, il tutto d'oro e murato di nero.
Per la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il titolo di Città più antico lo possiede Omegna (1939), seguita da Domodossola (1951), Gravellona Toce (2003), Cannobio (2006), Verbania (2007), Villadossola (2009).