VARZO- 02-10-2022-- Per festeggiare a tavola un compleanno importante si deve, comunque, “tirare” almeno mezzogiorno e il nostro regolamento interno proibisce di raggiungere il luogo dei festeggiamenti lungo la via più breve e partendo sul tardi.
E’ così che programmiamo un’escursione con i soliti circa mille metri di dislivello sui ripidi sentieri dell’Ovic di Varzo. L’ideale per stimolare l’appetito di anziani già abitualmente affamati quando “oziano” a fondovalle.
GITA N. 91 O 24 Nugno Selvanera
AGOSTO 2022
Dislivello: 950 m. Tempo: 3 h 50’. Sviluppo: 9,5 km
Bella giornata, giusta per festeggiare un’altrettanto bella persona che ci ha invitati a celebrare un “importante” compleanno nel suo paradiso da cui domina Varzo.
Parcheggiamo all’altezza dei campi sportivi, in frazione Riva, sotto i bruttissimi viadotti in acciaio Corten della nuova VS33, a quota 475. Bottiglie e pacchi vari saliranno sulla Jeep del nostro ospite. Attraversiamo il torrente Diveria ed imbocchiamo il sentiero F01 che ha come meta finale il Passo dell’Acqua Fredda e il bivacco di Pian Pumper.
La squadra odierna è guidata dalla badante titolare e dal medico di turno. La seconda badante ci raggiungerà direttamente a tavola, dovendo oggi badare al marito. Del gruppo agonistico fanno parte anche un anziano ex alpinista acciaccato, in lenta ripresa, un quasi giovane runner, anche lui in ripresa, e cinque dipendenti INPS in discreta salute e con grande appetito. La parte bassa del sentiero è in un fitto sottobosco dove afa e umidità fanno sudare in modo indecoroso.
Fa il passo l’anziano ex alpinista che, alla faccia degli acciacchi, mantiene un buon ritmo su queste pendenze severe. Dove iniziano i faggi e il bosco è meno fitto l’aria diventa più respirabile, nonostante il primo sole. In un’ora e un quarto siamo all’Alpe Albarina, 1091, preceduta da una cappella.
Qui troviamo baite diroccate e un traliccio d’acciaio arrugginito. Breve pausa e proseguiamo, in uno splendido bosco di faggi, fino al grande alpeggio di Nugno, 1371 (quasi tre quarti d’ora). La strada gippabile arriva poco più in alto. Breve pausa in contemplazione di queste bellezze, ma il dovere ci chiama. Lungo la strada scendiamo fino all’Alpe Selvanera di Fuori, 1138, dov’è parcheggiata l’auto del nostro ospite, che assomiglia ad un’enoteca viaggiante. Provvediamo a saccheggiarla per bene, trasportando le preziose bottiglie fino all’Alpe Selvanera di Dentro, 1158, luogo prescelto per i festeggiamenti (tre quarti d’ora da Nugno). Siamo in anticipo, la fame ci ha messo le ali ai piedi.
La grande cuoca di oggi e la sua preziosa collaboratrice, salita fin qui appositamente dal centro del Mar Tirreno, modificano la scaletta dell’evento e accelerano i tempi di preparazione della sublime pastasciutta che ci hanno preparato. I tempi leggermente anticipati rispetto al programma consentono a qualche bottiglia di salvarsi.
L’atmosfera incantata che si crea, ben nota a chi conosce il legame inscindibile fra montagna e amicizia, fa volare il tempo, che qualcuno utilizza anche per una pennichella a tavola. Al decano del gruppo agonistico viene donata la posata di servizio della “pasta rustìia” in modo che possa ultimare a casa, con calma, il recupero dello splendido condimento rimasto attaccato. Dopo aver sancito la nostra amicizia e la riconoscenza per la bellissima giornata con una dedica sul “diario d’alpe”, con dispiacere torniamo verso valle.
Dalle baite ci dirigiamo verso ovest e prendiamo l'evidente sentiero nel bosco, severo e molto ripido. Arriviamo all'Alpe Salviggia presso la sbarra sulla strada che sale a Nugno. In parte su questa, passando dall’Alpe Tugliaga, e in parte sul sentiero per evitare le due gallerie, arriviamo alle auto alla centrale ENEL di Ponte Cantone, 520, in poco più di un’ora. Recuperiamo le altre auto e ci avviamo verso casa, mentre il nostro forte decano programma per domani la pulizia finale del mestolo della “pasta rustìia”.
Gianpaolo Fabbri