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BACENO- 06-11-2022-- Smaltite le ammucchiate di agosto e sperando che i barbari che considerano la montagna una comoda discarica siano ridiscesi a valle per la stagione fredda, torniamo a Devero per gustarci un po’ del Grande Est, dopo il Grande Ovest già percorso nell’affollato agosto.

GITA N. 96 O 24 Poiala

SETTEMBRE 2022

Dislivello: 1000 m. Sviluppo: 18,2 km. Tempo: 6 h 15’.

In una fresca alba non ancora autunnale, con sole, nuvole e qualche ombrello negli zaini, saliamo a Devero, 1631, senza pagare il pedaggio, forse perché siamo in un giorno feriale di metà settembre. Quattro anziani accompagnati da due medici, anche loro anziani, e dalla giovane badante imboccano il sentiero per Crampiolo e raggiungono Corte d’Ardui, 1748.

Qui lasciamo il sentiero principale ed imbocchiamo, a destra, la pista trattorabile che sale verso l’Alpe Sangiatto. La pista, seppure a tratti ripida, ci permette di ottimizzare il riscaldamento muscolare e di proseguire nelle consuete chiacchierate di inizio gita, quando c’è ancora fiato a sufficienza. Raggiunta l’alpe, 2010, osserviamo il primo laghetto, quasi un grande stagno, ed il secondo, un po’ più avanti, dove l’acqua scarseggia.

Teniamo la destra e saliamo verso il terzo laghetto, il più grande, a quota 2034, per una breve pausa. Prima del lago teniamo la sinistra e raggiungiamo la Bocchetta di Scarpia, 2248 (un’ora e tre quarti). Ci caliamo verso l’Alpe Poiala lungo il sentiero sempre evidente, dal quale si hanno splendidi scorci verso il bacino di Agaro.

Perdiamo oltre cento metri per poi risalire dolcemente all’alpe, chiamata anche Beyelenalpu, 2148. Di qui risaliamo verso il lago omonimo. Alla nostra destra si apre la Voragine di Poiala, ben nota agli esperti di fenomeni carsici. La grotta raccoglie le acque del torrente che fuoriesce dal soprastante lago e che, dopo aver percorso un lungo tragitto sotterraneo, riemerge poco sopra l’invaso idroelettrico di Agaro.

Al Lago di Poiala o Beyelesee, 2305, il sole ci abbandona e soffia un venticello fresco. I più freddolosi, dopo mesi di saune alpine, apprezzano nuovamente il piacere di camminare in montagna con giaccavento, guanti e berretto. Costeggiamo il meraviglioso specchio d’acqua e raggiungiamo il Passo, anche lui “di Poiala” o Hinnerlecka, 2411, Cima Coppi di oggi (un’ora e mezza).

Attraversiamo il vasto pianoro in direzione nord ovest fino al bivio per la Bocchetta della Valle. Qui teniamo la sinistra ed iniziamo la discesa verso occidente. Passiamo dall’Alpe Naga, 2210, ed arriviamo al ponticello sul Rio della Valle in prossimità dell’alpe omonima, 2048, sotto due innocue gocce d’acqua.

Per un caro amico, andato avanti qualche anno fa, questo era il luogo del cuore. Attraversiamo e risaliamo a sinistra, diretti a meridione, per qualche decina di metri, insieme a tre giovani biker in transito, che qui devono portarsi a mano le bici. Vicino alle torbiere di questa parte del Grande Est, dopo un’ora e un quarto dal passo, sostiamo per il pranzo.

Questo splendido altopiano, con stupendi scorci sul Lago di Devero alla nostra destra, in dolce discesa ci porta a Corte Cobernas, 2007. Proseguiamo passando sotto la mole imponente del Monte Cobernas, incontriamo un breve tratto in leggera salita e scendiamo a costeggiare, in basso alla nostra sinistra, il secondo laghetto di Sangiatto.

All’alpe, 2010, chiudiamo il lungo anello. Sullo stesso percorso del mattino, passando da Corte d’Ardui, raggiungiamo Devero dopo un’ora e tre quarti. Ripassando dalla tanto detestata sbarra abbiamo la certezza che l’esenzione odierna dalla gabella sia una realtà.Gianpaolo Fabbri

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