PIEMONTE- 29-01-2023-- Primo “concept album” nel senso assoluto del termine, “Pet Sounds” non è solo questo, infatti è l’unico LP dei Beach Boys dove Brian Wilson fece da “leader” assoluto della band, quest’ultima che forse in questo disco nemmeno ha suonato dati i molti musicisti “da studio” che hanno messo lo zampone nell’album.
Il “concept” è l’amore, rappresentato in tutte le sue fasi, iniziando con “Wouldn’t It Be Nice”, uno dei loro migliori pezzi, che va a mettere in luci le utopie delle coppie innamorate, come sposarsi e vivere per sempre assieme, ma purtroppo utopie rimangono e sarà più chiaro dopo l’ascolto integrale dell’album.
Con “You Still Believe In Me” il narratore si sveglia dal sogno d’amore e inizia a sentirsi in colpa per i suoi comportamenti nella relazione, domandandosi come possa lei ancora amarlo. In “That’s Not Me” si rende poi conto che senza di lei semplicemente non può essere se stesso e ai primi pianti di “Don’t Talk” offre una spalla e del conforto alla sua amata.
“God Only Knows” è un pezzo stratosferico che si chiude con un coro perfetto nelle sue melodie, oltre a portare altre riconferme del suo amore per lei, preziose come l’oro. “Here Today” rompe la quarta parete e riesce a portare una visione semplice ma completa e concreta dei sentimenti dell’ormai cresciuto narratore, “I Just Wasn’t Made For These Times” porta all’alienazione l’ormai corroso narratore che non ne può più ne dell’amore ne di nient’altro, anche se lo vorrebbe e dopo la bellissima strumentale di “Pet Sounds” l’album si chiude con l’inevitabile “Caroline, No” dove ormai l’amore è un vago ricordo dove si vorrebbe tornare.
I Beach Boys dunque nel 1966 pubblicano il loro capolavoro che oltre ad aver venduto milioni di copie ha soprattutto innovato e si può dire “inventato” il lato più artistico della musica “Pop”, entrando a far parte di quelle band seminali che hanno definito quasi tutto ciò che ha a che fare con il rock.
Gianvittorio Bentivoglio