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SEMPIONE- 19-02-2023-- Una bellissima passeggiata sulla neve con sci e ciaspole, alla portata di tutti, in ambiente bellissimo. Qui è bello anche d’estate, ma il fascino della neve è altra cosa. Rilassati per la giornata quasi di riposo, i Murmäta perdono la nozione del tempo e dello spazio, oltre a quel minimo di disciplina che ne fa un gruppo, ma oggi va bene così.

GITA N. 108 O 24 STALDHORN

GENNAIO 2023

Dislivello: 500 m. Tempo: 2 h 45'.

All’alba il gruppo di Domodossola cerca di partire con un certo anticipo per adattarsi alla proverbiale puntualità del gruppo di Verbania. Un ex agonista, diversamente giovane, cicca però il luogo di ritrovo ed ha problemi con il cellulare. Un’intuizione degli anziani autisti permette di rintracciarlo, salvo poi lasciarlo a terra per un malinteso con un terzo anziano e tornare indietro da Crevoladossola per recuperarlo. Comincia così questa giornata fantozziana.

A Varzo ovviamente arriviamo puntuali al minuto, ma nel gruppo questo è considerato “ritardo”. Anche nel capoluogo della Valle Divedro le operazioni di assorbimento di caffeina e di ottimizzazione degli equipaggi richiedono un certo tempo. Arriviamo quindi al Passo del Sempione, 2005. a metà mattinata, ma è prevista una gita breve e tranquilla e non ci preoccupiamo. Parcheggiamo vicino all’Hotel Monte Leone.

Siamo ancora in ombra, a cinque gradi sotto zero, senza vento. Sembra un sogno a chi era qui la settimana scorsa a – 14 °C e con un forte vento. La giornata è stupenda. Siamo in dodici. La badante titolare ha oggi una valida aiutante, che torna con noi dopo qualche anno. Ci sono anche due medici ed il presidente, anche lui al rientro, ad occuparsi di sei anziani e di un quasi giovane, oggi frastornato dal freddo. Cerchiamo di riprendere in mano la situazione, ma ormai la giornata è impostata sul simpatico caos all’italiana, pur trovandoci nella organizzata Svizzera. Anche l’attrezzatura si adatta al caos odierno: sei hanno gli sci mentre gli altri hanno le ciaspole, chi nello zaino, chi nel baule dell’auto, o i ramponcini, ai piedi solo per qualche minuto.

Partiamo in ordine sparso, coerenti al disordine di giornata, e ci dirigiamo a nord ovest attraverso la piana discretamente innevata. Dopo pochi minuti, in estasi agonistica, un anziano si accorge di sentirsi piacevolmente leggero, non per eccesso di allenamento, ma per assenza di zaino sulle spalle: l’indispensabile attrezzo è infatti rimasto parcheggiato con le auto.

Fortunatamente la visibilità è ottima, lo zaino viene recuperato ed il gruppo è finalmente sotto controllo, pur disseminato sul pianoro fino alle baite di Höpsche. Il breve strappo che segue ed il sole che inizia a sciogliere muscoli e idee permettono di recuperare un minimo di parvenza di “gita di gruppo” e ci ricompattiamo.

Un altro strappo e, prima del bivio per lo Spitzhorli, teniamo la destra e ci dirigiamo a nord, lasciando alla nostra sinistra anche il percorso più ripido e più adatto agli sciatori verso la Bocchetta del Tochuhorn. Di qui in avanti la pendenza è morbida e l’ambiente sempre più bello, in un piccolo canale che porta direttamente sulla cima dello Staldhorn, 2462, pochi metri più in alto della croce di vetta. Siamo sulla dorsale fra valle del Sempione e Nesseltal.

Nonostante il passo tranquillo e il simpatico caos iniziale, siamo in movimento solo da due ore. Ci godiamo il panorama stupendo e iniziamo la discesa. La neve sciabile consente agli sciatori di prendersi lunghe pause in attesa dei camminatori. Questo permette a chi non scia da più di due anni, come me, di recuperare. Nonostante la bella giornata, il freddo non ci incoraggia a mangiare all’aperto e quindi con decisione democratica, non unanime, chiudiamo la giornata con un’ottima pastasciutta in quel di Paglino.

 Gianpaolo Fabbri

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