LUSENTINO- 26-03-2023-- La mia centocinquantesima salita al Moncucco (oltre che da grafomania sono affetto da diariomania!) non è un’escursione come le altre, ma è forse il modo più “montanaro” di ricordare un caro amico che cinque anni fa è andato avanti proprio qui, sulla cima della sua montagna.
GITA N. 113 O 24
MONCUCCO – RICORDO DI LUCIANO
18 MARZO 2023
Dislivello: 800 m. Tempo: 3 h. Sviluppo: 9 km.
Da mesi ero d’accordo con Dario di salire al Moncucco il 18 marzo. Nello stesso giorno di cinque anni fa Luciano era salito alla croce, a quota 1906, per l’ennesima volta, per l’ennesimo allenamento, dopo qualche ora di lavoro in ufficio.
Allora di neve ce n’era, forse troppa. E lo tradì. In orario tranquillo, sabato 18 marzo 2023, ci troviamo in nove al parcheggio del Lusentino, quota 1092. Con calma, in questa bella giornata di sole, ci avviamo in ordine sparso lungo il sentiero contrassegnato da cartellini gialli, predisposti anni fa per gli sci alpinisti, quando la neve non era solo un optional.
All’avanguardia c’è un amico diversamente giovane, ma di un altro livello, che con il suo passo allegro fa subito selezione e lo ritroveremo in vetta. Io mi accodo faticosamente a tre ultra-trentenni che, con pazienza, si adeguano al mio lento incedere. Passiamo da Foppiano, dove arriva la prima seggiovia che sale dal Lusentino, e proseguiamo per l’Alpe Torcelli, 1450, sempre lungo il sentiero “giallo” nel bosco.
Fin qui l’unica neve è quella artificiale sulla pista, sempre ben tenuta, nonostante l’assenza di materia prima naturale. Proseguiamo, incontrando adesso un po’ di fastidiosa neve gelata, fino al laghetto artificiale di Casalavera, 1607.
Una breve pausa ci permette di scattare qualche foto e di mandarle a chi vorrebbe essere oggi con noi a condividere tristezza e gioia di essere insieme, facendo ciò che più piaceva a Luciano. A questo punto lasciamo la salita più diretta, che passa dai ripetitori, a chi ama più di noi la fatica pura, e saliamo a costeggiare l’unica pista oggi aperta agli sciatori, che scende dai Pianali.
Con calma arriviamo in vetta, dopo quasi due ore, e vi troviamo il traguardo della gara “vertical” che si svolgerà nel pomeriggio. Ci sono altri escursionisti, la giornata è sempre stupenda, il panorama è uno dei più belli delle nostre montagne.
Siamo isolati dal mondo in questa bellezza commovente, a pochi metri dal punto in cui si staccò quella maledetta slavina il 18 marzo 2018. Le parole in questo momento sono inutili, un abbraccio con Dario esprime tutto. Marco, che ci aspetta più in basso, aveva scritto allora, sull’onda della commozione, che Luciano quel giorno aveva vinto la sua battaglia contro il drago cattivo che lo ossessionava: la vecchiaia.
Ricordando il suo carattere forte e “volitivo”, come lui amava definirlo, penso comunque che il drago cattivo avrebbe avuto un avversario molto difficile da sconfiggere, se gli fosse stata regalata una vita più lunga e la gioia di godersi tre splendidi nipotini.
Ridiscendiamo per la via più diretta a ritrovare gli altri amici allo ski bar di Casalavera e poi al Lusentino. Oggi è l’ultimo giorno di apertura delle piste e sono rimasti sugli sci solo pochi irriducibili che sicuramente non disturbiamo. Nel pomeriggio a La Tensa ci ritroveremo in tanti. Ci sarà anche il Coro di cui Luciano era uno storico componente.
Non potrebbe esserci luogo più adatto per ritrovarsi pensando a chi, negli anni scorsi, con tanto lavoro e tanta determinazione, aveva creato questo luogo magico, simbolo della bellezza alpina e della bella persona che si chiamava Luciano.
Gianpaolo Fabbri