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PIEMONTE- 09-04-2023-- Avey Tare e Panda Bear, in seguito conosciuti come Animal Collective, esordirono nel 2000 con “Spirits They’re Gone, Spirits They’ve Vanished”, un disco lontano non solo dal futuro della loro carriera, ma anche dal presente della musica rock che andava in quel periodo. In questo capolavoro, il duo raggiunge vette di creatività disarmanti; lo si nota già dalla prima traccia, la title-track, dove un tripudio di puro rumore va comunque a creare un soffice letto per i bisbigli di Avey Tare, intento a parlare della tematica dell’infanzia e l’uscita da essa praticamente per tutto l’album.

“April And The Phantom” è l’esempio migliore del loro folk psichedelico che useranno anche dopo in carriera. Le melodie e i suoni sembrano provenire dalla mente di un bambino, si sente sicuramente l’influenza della “Neo-Psichedelia”, come ad esempio i Mercury Rev, ma ciò che fanno gli Animal Collective è musica personale, discreta e introspettiva, sia nei testi che nella musica.

“Penny Dreadfuls” racconta il dramma infantile del bullismo, accompagnata quasi solo da un pianoforte che sembra provenire da un pianeta sconosciuto o dal passato di tutti noi. Un altro elemento fondamentale della loro musica sono le percussioni di Panda Bear, praticamente un unicum nella storia del rock, la ricerca del timbro giusto è infatti meticolosa e rende l’album ancora più estraniante e “magico”.

“Chocolate Girl” è forse il pezzo più infantile, costernato ovviamente da suoni fatati e da un basso molto presente, il testo è ancora una volta pura poesia, evocazione e metafora. “La Rapet” è il brano più oscuro dell’album, l’affrontare la morte in età prematura e le allegorie religiose e non, si mescolano perfettamente con quello che è un mix di tutte le idee musicali che la band aveva mostrato nei pezzi precedenti, particolarmente commoventi i due intermezzi accompagnati da chitarra acustica.

Il capolavoro dell’album e del duo in generale sono i 12 minuti finali di “Alvin Row”, un pezzo che concettualmente riesce ad arrivare all’età adulta partendo dalla culla, un pezzo che sfoggia tutto il talento e il genio degli Animal Collective, non importa parlare del pianoforte o della performance vocale, pezzi come questo vanno solo ascoltati con attenzione.


“Spirits They’re Gone, Spirits They’ve Vanished” è un capolavoro a 360 gradi esente da difetti e che rasenta la perfezione assoluta, gli Animal Collective si confermeranno invece, negli anni successivi, per quello che erano: una delle migliori band degli anni 2000 e non solo.

Il loro lento e inesorabile declino avverrà durante la fase “pop” qualche anno più tardi, ma una band che spazia dal noise di “Ark” (2003) al folk impazzito di “Sung Tongs” (2004), passando per l’etereo e addormentato “Campfire Songs” (2003), non può che essere considerata monumentale.

Gianvittorio Bentivoglio