PREMIA- 14-05-2023-- Una passeggiata breve, ma intensa, non tanto per la difficoltà quanto per l’ambiente severo in cui parrebbe impossibile che si possa sviluppare quel percorso. Con la guida di chi conosce bene il proprio territorio si può arrivare ovunque.
GITA N. 117 O 24
DALLE PARTI DI CADARESE E SAN ROCCO
MAGGIO 2023
Dislivello: 610 m. Tempo: 2 h 15’. Sviluppo: 8,8 km.
All’alba in Bassa Ossola è molto nuvoloso e gli ombrelli, non prevedibili ieri, entrano a far parte della dotazione dei dieci escursionisti di oggi. Ma già al caffè in quel di Baceno sole e cielo azzurro la spuntano. Passiamo da casa del nostro presidente, al rientro dopo mesi difficili, e siamo carichi di entusiasmo per le previsioni meteo finalmente azzeccate e per la tranquillità di essere guidati da lui lungo un percorso breve ma “intenso”. Per l’occasione ci sono anche tre badanti ed un medico ad accompagnare cinque anziani.
Dopo la Centrale di Cadarese, ENEL Green Power perché una parola inglese fa moda, due poi …., prendiamo una strada a sinistra e parcheggiamo vicino ad una grossa gru, in località Longia, 760. Ci dirigiamo a occidente, lungo la pista che sale dolcemente verso lo strapiombo solcato da una cascata. E noi dovremmo arrivare lì sopra lungo qualcosa che assomiglia a un sentiero? Così dice la guida.
La nostra fede non vacilla e cominciamo a salire in presa diretta, quando termina la pista al disopra un muro ciclopico di enormi blocchi. Un tratto di mulattiera e poi sentiero, più in alto ben attrezzato con gradini scavati nel granito, ringhiere, scalette di ferro. Il tutto a picco sullo strapiombo, ma in tranquilla e totale sicurezza, con bellissimi panorami su Antigorio e Ossola. Sopra il precipizio entriamo in un ripido bosco di faggi ed il tragitto ad alto rendimento ci porta al Bacino (che è nel cuore della montagna) a quota 1200.
Camminiamo da un’ora. Per fortuna il Presidente non è allenato. Ci permettiamo una lunga pausa, dato che abbiamo già raggiunto la “Cima Coppi” odierna e la gita è breve. Adesso siamo sul sentiero G40, che in alcuni tratti passa molto vicino al baratro alla nostra destra che dà sulla valle del Toce, ma basta non pensarci. Puntiamo a nord.
D’ora in avanti leggera discesa con qualche breve risalita. Rapidamente arriviamo a Fiume, 1175, e ci concediamo un’altra pausa. Più avanti un pezzo di sentiero in salita è al coperto grazie ad un colossale tetto di granito sul quale, in un tratto, scorre l’acqua formando una cascatella che si presta a foto suggestive. Ad un bivio lasciamo alla nostra sinistra il sentiero per Altiaccio e, dopo tre quarti d’ora, arriviamo, per l’ennesima pausa ricreativa e culturale, a La Pioda, 1001.
Lungo il sentiero G19a, passando da Ariola, raggiungiamo Bigiogno, 946, per la tranquilla pausa pranzo. Come digestivo mi permetto, da vecchio ex alpinista, di dare una lezione di nodi “vecchia maniera” ad un collega ancor più vecchio. Alla fine mi riesce la famosa vecchia bretella, ma ci impiegò poco di più il grandissimo Uli Steck a scalare in solitaria la Nord dell’Eiger. Di qui si scende decisamente, sempre lungo lo stesso sentiero, percorrendo con attenzione un tratto danneggiato da una frana, dove è stata posizionata una preziosa corda. In breve si raggiunge la SS659 poche centinaia di metri a nord di San Rocco.
Anche qui ANAS ha lasciato il segno ribattezzando parte della vecchia strada statale 659 come nuova strada ANAS 424, non ancora ben definita, ma non c’è da meravigliarsi: se s’impiegano vent’anni a costruire una galleria di tre chilometri, è giusto che ci s’impieghi almeno altrettanto a ribattezzarla. Il recupero delle auto è agevolato dalla signora del Presidente, che ci fa evitare un paio di chilometri d’asfalto e poi c’invita a casa sua per chiudere in bellezza la giornata di fronte ad ogni ben di Dio.
Gianpaolo Fabbri