VARESE- 28-05-2023-- Una gita fuori zona di dieci anni fa, in provincia di Varese, fra lago Maggiore e Valcuvia. Questa escursione è percorribile tutto l'anno, anche in pieno inverno, se non c'è troppa neve. La sconsiglio nei mesi più caldi, perché siamo a quote basse ed è piuttosto faticosa. L'avvicinamento “complicato” (auto, traghetto, treno) è compensato dai panorami mozzafiato. Il tempo dev'essere più che bello, proprio per non perdersi la vista stupenda dei laghi e dei monti.
GITA N. 16
I PIZZONI DI LAVENO
GENNAIO 2013
Dislivello totale: m 1200. Tempo totale: 6 h 15'.
La giornata è stupenda e non fa freddo, pur essendo pieno inverno. E' ancora l'alba quando otto anziani, in prevalenza dipendenti INPS, s'imbarcano sul traghetto delle 7.20 da Intra a Laveno. Qui raggiungiamo rapidamente la stazione e saliamo sul treno deserto diretto a nord, che ci porta, in dieci minuti, a Porto Valtravaglia, sempre quota 200. Su strada asfaltata, passando per Domo (non d'Ossola!), raggiungiamo in meno di tre quarti d'ora la frazione di Ligurno. La strada adesso si stringe e si trasforma, poco dopo, in un sentiero tortuoso e “sporco”, ma è normale in inverno.
Siamo in ombra, su un versante ovest, e troviamo poca neve, dura e compatta. Si arriva a San Michele, con la sua bella chiesa del X secolo, a quota 820. Un'ora da Ligurno.
Dopo colazione proseguiamo, sempre in direzione sud – ovest parallela al lago Maggiore, abbassandoci di circa duecentocinquanta metri e risalendo, poi, a Sant'Antonio, quota 847. Anche qui ci godiamo lo splendido panorama dalla bella chiesa dell'undicesimo secolo, in compagnia di una socievole capretta che scorrazza liberamente per il paese.
Risaliamo, sempre in ombra, al rifugio Giulio De Grandi Adamoli, quota 977, lungo strada asfaltata e mulattiera, stando attenti al ghiaccio sotto le foglie e sui sassi. Il rifugio, del CAI di Besozzo, è chiuso d'inverno, ma un comodo tavolo di pietra ospita il nostro pranzo rapido e frugale (c'è ancora parecchia salita!), finalmente al sole. Dalla partenza circa tre ore e un quarto.
Si trova il tempo per scattare qualche foto dal balcone naturale del Poggiolo, a cinque minuti dal rifugio, con grandiosi panorami sul lago e sulle Alpi. Il nostro geriatra consiglia anche foto panoramiche singole dei suoi anziani pazienti sotto sforzo, in funzione dell'aspettativa di vita da lui valutata.
Nel frattempo si piazza nello zaino del tesoriere qualche leggero sasso, per agevolare la costruzione di un muretto nel giardino di casa sua ad Intra. Sembra sia già a buon punto, dopo oltre due anni di gite settimanali. Si riparte per il passo di Cuvignone, quota 1038, ed il Monte La Teggia, quota 1103, il primo ed il più alto dei Pizzoni di Laveno.
Con saliscendi si percorre il filo di cresta fra Lago Maggiore e Valcuvia, su neve ben portante ed estasiati da panorami stupendi a trecentosessanta gradi, raggiungendo l'ultimo rilievo dei Pizzoni, quota 1050. Una croce d'acciaio con libro di vetta incorporato segna l'inizio della ripida discesa.
Questa richiede un po' d'attenzione nel primo tratto. Camminiamo da cinque ore. Raggiungiamo il Passo Barbè, quota 900, e di qui la discesa si addolcisce. Passiamo da sentiero a mulattiera, a strada sterrata e, infine, asfaltata.
Dopo Vararo si attraversa la frazione Brenna ed eccoci a Laveno Mombello alle 16, dopo sei ore e un quarto di cammino, alternato a pause più brevi del solito (percorso lungo e giornata corta!). Un giro turistico per la cittadina lacustre, in attesa del traghetto, conclude la bellissima giornata.
Gianpaolo Fabbri