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fabbri girareccio

CEPPO MORELLI- 16-07-2023-- Due anni fa un quartetto di Murmäta, del quale facevo parte, era salito al Passo del Tignaga dalla valle omonima ed era sceso sul versante dei bellissimi alpeggi di Girareccio e Laveggio. Quest’anno sono tornati sullo stesso percorso tre amici che non lo conoscevano, accompagnati dalla indispensabile badante e da un esperto che già era salito di lì. Io, insieme ad un ex alpinista sempre giù d’allenamento e a due amici al rientro dopo mesi difficili, sono andato incontro a loro da Girareccio.

GITA N. 120 O 24

VERSO  PASSO  DEL  TIGNAGA  DA  GIRARECCIO - LUGLIO 2023

Dislivello: 1100 m. Tempo: 4 h 40’. Sviluppo: 14 km.

In dieci ci troviamo per il caffè a fondovalle. La badante oggi è sola, con il supporto di tre medici e la supervisione del presidente. Saliamo a Ceppo Morelli e parcheggiamo nella parte alta del paese.

Splende il sole e ci sorride la grande Parete Est. Le previsioni, pessimistiche come sempre più spesso accade, fanno appesantire gli zaini con l’ombrello. Scendiamo verso l’Anza e, prima di attraversarla sul monumentale ponte romano, osserviamo con ammirazione un giardino popolato da sculture in legno di animali.

Sulla destra orografica passiamo in prossimità del campo sportivo, attraversiamo sul ponte il torrente Tignaga ed imbocchiamo la mulattiera che sale a destra. Siamo in un fitto bosco di abeti. Quasi subito arriviamo al bivio fra il sentiero B 25, diretto verso l’alta Val Tignaga, e il B 23, diretto agli Alpi Laveggio e Girareccio e poi al Passo del Tignaga. Il programma odierno prevede di dividerci.

Il gruppo A, composto da quelli più in forma, si avvia verso la Val Tignaga e salirà al Passo dall’Alpe Piana di Ceppo Morelli, dalla Cappella del Cour Gil e dagli alpi Corte Sotto e Cascina Nuova. Il gruppo B, di cui faccio parte, composto anche dall’ex alpinista acciaccato e da due illustri soci (presidente e medico) al rientro dopo un periodo difficile, si avvia lungo il sentiero B 23 verso l’Alpe Laveggio.

Si tratta di una bellissima mulattiera diretta all’Alpe Piana di Borgone su morbide pendenze, ideali per il gruppo B. Più in alto cambia l’ambiente e compaiono i primi faggi. Poco prima dell’Alpe Piana un grande cartello di legno ci indica, sulla destra, il sentiero, adesso a tratti ripido, per l’Alpe Laveggio, 1366.

Ci arriviamo, con tutta calma, dopo un’ora e tre quarti. Fra le bellissime baite c’è anche quella di Giancarlo Tabachi, classe 1934, un grande della corsa in montagna che, a ottantasette anni, saliva qui da Ceppo Morelli in poco più di un’ora. Splende ancora il sole e ci concediamo una lunga pausa in contemplazione dei monti d’Anzasca della sinistra orografica, di fronte a noi.

Da un unico tronco un artista del legno qui ha ricavato una panchina con annessa fontana. Ripartiamo in direzione sud ovest, sempre lungo il sentiero B 23, che ribattezziamo sentiero delle formiche, tante ce ne sono con i loro grandi formicai in costruzione. La pendenza aumenta gradualmente e in poco più di mezz’ora arriviamo all’Alpe Girareccio, 1638 o 1655 secondo la cartina.

Qui i padroni incontrastati sono quattro socievoli cavalli. La nostra meta sarebbe raggiunta, ma è ancora presto, stiamo bene e del gruppo A, impegnato in un’escursione ben più lunga, non c’è ancora traccia. Decidiamo quindi di alleggerire gli zaini e, con il beneplacito dei cavalli, di andare loro incontro. Di qui in su il sentiero è un po’ più impegnativo, ma ben tenuto, evidente, senza alcun problema.

A quota 1800 circa incontriamo il decano del gruppo, in trance agonistica, che precede di poco gli altri dell’A. Dietrofront e torniamo a Girareccio (mezz’ora fra salita e discesa), dove pranziamo chi all’ombra chi al poco sole che rimane. Incombono nuvoloni minacciosi e i più pessimisti si preparano alla pioggia per la discesa a Laveggio (poco più di mezz’ora). Da qui, dopo animate considerazioni tecniche sulla cartografia, decidiamo di seguire il percorso di salita, sicuro e conosciuto.

L’alternativa avrebbe potuto essere la discesa all’Alpe Piana di Borgone, recuperando di qui il sentiero B 23. Sarà per la prossima volta. Incontriamo due innocue gocce di pioggia soltanto negli ultimi minuti di discesa a Ceppo Morelli (un’ora e un quarto). Troviamo solo a Piedimulera un bar con parcheggi agevoli che ci permette di festeggiare il compleanno del nostro maturo presidente.

Si brinda anche al recupero prodigioso del medico che a dicembre si era distrutto un ginocchio sulla neve e oggi, a pochi mesi di distanza, si è fatto più di mille metri di dislivello. Cose da Murmäta!  

Gianpaolo Fabbri

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