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lago agro fabbri

BOGNANCO- 13-08-2023-- Finalmente una gita tranquilla, non faticosa, alla portata di chiunque abbia un po’ d’allenamento. Nell’ambito familiare i tempi di percorrenza sono di un altro ordine di grandezza rispetto a quelli del giovedì, con gli anziani scatenati, ben guidati e ben “badati”. L’alta Val Bognanco permette questo ed altro ed offre sempre paesaggi e ambienti meravigliosi.

GITA N. 124 O 24

LAGO DI AGRO

 LUGLIO 2023

Dislivello: 500 m. Tempo: 4 h. Sviluppo: 11 km.

Tre coppie di amici salgono in auto a San Bernardo, 1630, in orario da aperitivo e parcheggiano con una certa difficoltà lungo la strada. E’ proprio per questo che noi pensionati “zampettiamo” preferibilmente in settimana. C’è anche Mila, simpatica e ubbidiente Golden Retriever. Oggi comandano le signore e noi ci adeguiamo. La prima meta è il Lago di Agro (o Arza secondo altri). Lungo la strada gippabile si raggiunge il ponte sul Rio Rasiga, 1600, perdendo un po' di quota.

Fino a qui la pendenza sembra ottimale, anzi negativa, e non provoca proteste. Dopo il ponte si comincia a salire lungo i tornanti e ci sono i primi rallentamenti. Ma le signore non mollano e raggiungiamo il Rifugio Il Dosso, 1740, all’Alpe Arza, in poco più di mezz’ora. Sullo slancio proseguiamo lungo la strada verso il Monscera fino al bivio per l’Alpe Paione, che lasciamo alla nostra destra.

Un altro breve tratto ed arriviamo all’inizio del sentiero sulla destra, bello ed evidente, che sale al Lago d’Agro. Finalmente un po’ di montagna: basta asfalto! Per noi ragazzi è una buona notizia, per le ragazze un po’ meno. Il pendio è gradito alle signore nella prima parte, un po’ più ripido avvicinandoci al lago. Comunque, dopo un’ora dal rifugio, in ordine sparso, siamo alla meta, a quota 2041.

Questo laghetto, come tanti altri del nostro territorio, è un’autentica perla incastonata fra gli ultimi larici a sud e il fornale di Agro, ai piedi del Pizzo del Dosso e del Dossaiolo. C’è gente. Del resto, è domenica. Pausa pranzo e riposini. La meta raggiunta ha ringalluzzito le signore e la mia promessa di poter allungare la gita senza più dure salite le fa optare per il bellissimo sentiero, quasi pianeggiante, in direzione del Passo di Monscera, a occidente, Lo percorriamo nonostante un breve tratto su pietraia con un’esposizione di trenta-quaranta centimetri alla nostra sinistra. In ambiente sempre bellissimo, che attraversa i larici più alti, superiamo anche questa difficoltà e ci abbassiamo leggermente fino alla gippabile percorsa al mattino, ad inizio escursione.

Ormai le ragazze sono in trance agonistica e decidono di proseguire, lungo questa, fino al Rifugio Gattascosa, 1993. Il mio tentativo di spiegare che così si allungherebbe l’escursione e che il sentiero diretto dal rifugio a San Bernardo è meno agevole della gippabile su cui ci troviamo naufraga miseramente. E così arriviamo al Rifugio, piacevolmente frequentato da moltissima gente, dopo un’ora dal Lago di Agro.

La sosta è breve. Il sentiero è bello ed evidente, ma ci sono brevi tratti ripidi e un po’ sconnessi che mettono a dura prova le gambe già  affaticate delle signore, che non ricordavano queste asperità, ma neppure il mio consiglio di accorciare e rendere più agevole la discesa. Comunque in un’ora e mezza chiudiamo il lungo anello a San Bernardo e possiamo solo congratularci con le signore, che ora si godranno un meritato riposo e progetteranno nuove avventure, sempre più impegnative.

 Gianpaolo Fabbri

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