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cima verosso fabbri

BOGNANCO- 20-08-2023-- In previsione della gita annuale con il gruppo di amici vallesani Steinböcke, che quest’anno organizzeremo noi alla Cima Verosso, siamo saliti per vedere se ricordavamo bene questo bellissimo percorso.

GITA N. 125 O 24

VEROSSO

AGOSTO 2023

Dislivello: 820 m. Tempo: 4 h 15’. Sviluppo: 9 km.

Ritrovo al ponte di Mocogna e caffè a Graniga. Sole e nuvole. Ombrelli negli zaini, ma anche oggi le previsioni nefaste non si avvereranno. Tre badanti e il presidente con il suo anziano assistente guidano quattro anziani.

Parcheggiamo nel grande piazzale di San Bernardo, 1630, dove adesso le modalità di sosta sono ben indicate da una piantina evidente e da segnalazioni sul terreno. Dal posteggio il sentiero D12, ben segnato ed evidente, s’inerpica subito verso occidente nel bel bosco di larici, alternato a verdi radure di rododendri.

Qualche tratto meno ripido aiuta a mantenere il passo allegro del presidente, tornato in piena forma. L’assistente acciaccato è subito messo a dura prova. Lungo la dorsale che separa il ramo principale della Val Bognanco da quello laterale che sale al Monscera ci alziamo fino a quota 2200 circa, dove sostiamo in un’ampia conca al riparo da qualche folata di vento freddo da nord, che respinge le nuvole minacciose provenienti dalla nostra patria.

Lasciamo a sinistra il sentiero che scende verso la Costa del Dente e saliamo a destra lungo il sentiero D12a, sempre ben indicato. Raggiungiamo, su terreno sassoso, un tratto pianeggiante a quota 2361, da cui inizia un traverso facile ma da percorrere con attenzione. L’ultimo breve strappo ci porta in vetta, a quota 2444. Camminiamo da due ore e un quarto.

Ci sono un grande ometto di pietra con il libro di vetta ed una piccola, sobria croce metallica, come dovrebbe essere su tutte le cime, evitando la gara a chi ha la croce più alta, nonostante le acute riflessioni di alcuni eminenti politici nazionali che in montagna sono saliti soltanto in funivia. Come già altre volte, non riusciamo a goderci completamente il panorama verso occidente, Weissmies, Lagginhorn e Fletschorn.

Il cielo è limpido soltanto a settentrione, verso Leone e Breithorn. Riprendiamo il cammino diretti a nord. Dopo la breve discesa dalla vetta, su sentiero ben segnato, percorriamo un tratto pianeggiante e ci portiamo sul confine svizzero.

Lo seguiamo lungo un tratto ripido che ci porta all’altezza della Bocchetta di Gattascosa, dove viriamo decisamente a oriente verso la patria che avevamo quasi abbandonato. Prima del Rifugio Gattascosa teniamo la destra e ci caliamo attraverso una splendida valletta nel verde che circonda il Lago di Ragozza, 1958, l’ennesimo gioiello incastonato fra le montagne della nostra Ossola (meno di un’ora dalla vetta).

Pausa pranzo molto tranquilla dato che la minaccia di pioggia non c’è più, ci resta poco da camminare e qui siamo in Paradiso. Seguiamo le evoluzioni di un airone cenerino che si apposta su un alto larice per studiare da lontano la fauna ittica del lago. Seguendo il sentiero D00, che nell’ultimo breve tratto si trasforma in strada sterrata, arriviamo a San Bernardo in poco più di un’ora.

Una birra al rifugio, freschi e riposati grazie alla gita più breve e meno faticosa del solito, conclude la giornata in orari che a valle nessuno più si aspetta.

Gianpaolo Fabbri

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