MACUGNAGA- 03-09-2023-- Il Faderhorn, Pizzo Croce per chi ama solo la lingua madre, è un'escursione molto panoramica, faticosa, che classificherei EE per alcuni tratti di sentiero da percorrere con attenzione.
Rispetto alla descrizione del mio libro “Verbano Cusio Ossola con lo zaino in spalla -237 escursioni ...” sono cambiati dislivello, sviluppo (più precisi grazie alla tecnologia) e tempo (maggiore, almeno per me, grazie all'età).
GITA N. 127 O 24
FADERHORN
AGOSTO 2023
Dislivello: 1300 m. Tempo: 5 h 25’. Sviluppo: 12,6 km.
Si ritrova a Piedimulera per il caffè un gruppo di Murmäta che supplisce all’assenza del Presidente e del suo assistente malandato con il ritorno del medico di turno e delle tre insostituibili badanti. Oggi si occuperanno di tre anziani.
La giornata per ora è bellissima e la Parete Est del Rosa si presenta in tutta la sua maestosa bellezza, seppure sempre più spoglia di neve e ghiaccio, che una volta chiamavamo “eterni”.
La minaccia di temporali pomeridiani, almeno qui dalle parti di Macugnaga, non si avvererà e, per una volta, l’azzecchiamo lasciando gli ombrelli in auto. Parcheggiamo a caro prezzo nel piazzale della seggiovia a Pecetto, 1358. Ci portiamo sul bel sentiero sotto montagna che passa dalla palestra di arrampicata dedicata al grande Luciano Bettineschi.
La salita per ora è molto morbida. Più avanti incrociamo il sentiero B38 diretto alla Capanna Eugenio Sella, dalla quale salivamo tranquillamente alla Cima Jazzi e allo Strahlhorn quando il Monte Rosa non si sfaldava ancora sotto i colpi del riscaldamento globale prodotto dall’homo sapiens. Sempre sulla sinistra orografica dell’Anza, che sta portando tumultuosamente a valle quel che resta dei ghiacciai, iniziamo a salire seriamente.
Lasciamo alla nostra destra una bella pozza d’acqua cristallina sotto una cascata del rio che scende dalle Cime di Roffel e percorriamo un tratto protetto da ringhiere. Più in alto raggiungiamo un pianoro erboso ed incontriamo il bivio per Alpe Fillar e Capanna Sella. Qui teniamo la destra, oriente, e su sentiero meno ripido, con saliscendi ed attraversamenti di vallette, che incrementano il dislivello, raggiungiamo il bivacco Hinderbalmo, 1950. Camminiamo da quasi un’ora e tre quarti.
La baita, adibita a bivacco con tre posti letto, è' intitolata all'ingegner Augusto Pala, che fu sindaco di Macugnaga e grande alpinista. Negli anni quaranta del Novecento, insieme a lui e a Roberto Mellana, mio padre compì una prima assoluta sulla Parete Est. Pausa colazione e riprendiamo a salire sul sentiero in presa diretta, ben ripulito di recente. Grazie a chi fa queste cose! Il caldo soffocante, probabilmente, mi mette un po’ in crisi e lascio andare avanti gli altri, mai stanchi.
Una pausa con reidratazione adeguata mi consente di raggiungere poi gli amici in vetta, 2475, anche loro con qualche “affanno” dovuto alla temperatura sahariana. Qualcosa di simile accade anche al medico di turno e constatiamo insieme che, per puro caso, oggi siamo i più vecchi del gruppo. La croce di vetta si raggiunge con una breve discesa, facile ma molto aerea, buon test per chi vuol scoprire se è infastidito dal “vuoto”.
Pecetto è in verticale sotto di noi, 1100 metri più in basso. Per me un’ora e mezza da Hinderbalmo. Torniamo tranquillamente sui nostri passi e, dopo un’ora, siamo di ritorno al bivacco. Dopo la pausa pranzo ridiscendiamo alla base della cascata, dove la badante più esperta, con il consenso del presidente della nostra sezione balneare, si fa un bel bagno rinfrescante, con l’invidia malcelata di chi non si è attrezzato, come lei.
A Pecetto (un’ora e un quarto da Hinderbalmo) passiamo a salutare un prestigioso socio del nostro gruppo, oggi in permesso speciale, e ci reidratiamo alla sua salute.
Gianpaolo Fabbri