PIEMONTE- 22-10-2023--Dopo il loro primo album ufficiale, che ha detta della leggenda del punk anni 80 Henry Rollins salvò la musica, gli Ween tornano un anno dopo con The Pod, un disco ancora più "marrone", per usare il loro gergo, un disco sporchissimo, istintivo, mal prodotto e, soprattutto, geniale.
Registrato nel loro appartamento, The Pod è una raccolta di decadenza americana, un'ode ai fast food e all'uso di droghe, nonché un'enciclopedia del rock, spaziando dall'inno Beefheartiano di "Strap On That Jammy Pac" all'hard rock sballatissimo di "Doctor Rock", divertendosi molto con economiche trovate come gli effetti bizzarri alla voce.
"Frank", uno dei loro cavalli di battaglia nei live, riesuma il blues dalle ceneri psicotrope dei tardi anni 60, mischiando filosofia e cibo spazzatura, il tanto amato pork roll egg and cheese, il mitico panino che i gemelli profeti Dean e Gene hanno reso oggetto d'ispirazione.
"Sorry Charlie", uno dei pezzi più toccanti della loro intera discografia, è una ballata lo-fi che espone l'eroe popolare americano, spacciatore, povero, senzatetto e perché no, deriso, andando ad agganciare la lezione primordiale dei Velvet Underground, i primi profeti urbani.
Si fa fatica a tenere conto delle perle di "The Pod", "Molly" è un delirio estatico, "Laura" spappola ogni concezione di canzone d'amore che abbiamo, mai si ripetono i due squattrinati, lasciando presagire che ci sia molto altro materiale sconosciuto proveniente da quelle sessioni.
Un altro fatto bizzarro è che durante le registrazioni furono colpiti dalla mononucleosi che è parte integrante di questo album, nel bene o nel male..
Serve a poco "spoilerarvi" tutte le sorprese di questa gemma, come disse Frank Zappa: "scrivere di musica è come danzare d'architettura", vi invito quindi ad entrare nel mitologico mondo dei Ween, costernato di personaggi di ogni tipo, suoni d'ogni genere e riflessioni che appartengono un po' a tutti noi.