DOMODOSSOLA- 29-10-2023-- La fortuna di vivere in un territorio vario e bellissimo la si apprezza anche nelle giornate finalmente piovose di autunno. Se poi ci sono dei punti d’appoggio sempre a disposizione sia dei pensionati in trance escursionistica sia dei lavoratori che contribuiscono a pagare le loro pensioni, il gioco è fatto. All’Alpe di Domodossola, ovvero il Lusentino, ce n’è uno.
GITA N. 132 O 24
LUSENTINO
OTTOBRE 2023
Dislivello: 700 m. Tempo: 2 h 45’.
La forte perturbazione prevista per giovedì sembrava concedere una tregua al mattino. E così, senza organizzare nulla di ben preciso, come invece usiamo tutti i giovedì dell’anno, butto lì l’idea di fare due passi da Domo Centro verso il Lusentino.
Tanto per mantenere un po’ d’allenamento. Ma alle 8 piove già: anche i siti meteo perdono colpi, ahimè. Decidiamo di bere un caffè al campo 1, sito a Vagna – frazione Maggianigo, 428, dove saliamo in auto.
Ormai siamo qui e la pioggia “moderata”, abbinata al ricordo di quando camminavamo anche sotto il diluvio, ci induce a partire. Con ombrelli e copri-zaino saliamo, fra le case della principale frazione di Vagna, ad attraversare la strada in prossimità della vecchia scuola. Oggi l’inossidabile badante è affiancata da due medici, uno dei quali al rientro dopo mesi. In tre si occupano di quattro anziani più o meno acciaccati.
Proseguiamo lungo la mulattiera ed arriviamo a Prata. Il sentiero attraversa la frazione e, dopo un breve strappo nei prati, torna ad incrociare la strada che sale a Domobianca, a quota 590. Oltre questa inizia la pista sterrata e ci immergiamo nel bosco di faggi. E piove, ma sempre moderatamente. Dopo qualche tornante ed un tratto quasi pianeggiante proseguiamo lungo la pista/mulattiera che di recente è stata ben sistemata in un tratto franato.
Arriviamo all’Alpe Ciupata, 889, mentre l’anziano convalescente arranca in coda al gruppo, ma non molla. Il passo è di quelli molto tranquilli, che fanno bene alla salute degli escursionisti attempati. E poi ci frulla già in testa un progetto eno-gastronomico. Contiamo sull’amico Romano che, nel suo regno del Lusentino, rifocilla chi se ne intende per dodici mesi all’anno. E lo fa molto bene e in abbondanza.
E’ così che, dopo un’ora e mezza di cammino umido e molto tranquillo, attraversiamo ancora la strada che sale verso l’Alpe Casalavera, ai piedi del Moncucco, e siamo al Lusentino. Dopo il parcheggio saliamo ancora pochi metri ed arriviamo al Ristorante La Roccia, cioè Romano, quota 1100.
Una squisita polenta accompagnata da ogni ben di Dio ci impegna a lungo, di fronte al camino acceso che ci ricorda l’arrivo dell’autunno. Era ora! A malincuore, asciutti e rifocillati, affrontiamo la pioggerella persistente e ripercorriamo in discesa il percorso di salita. La mulattiera è stata pulita di recente, probabilmente per un evento sportivo, e non c’è il consueto strato di subdole foglie che, insieme al terreno bagnato, disturberebbe la nostra digestione.
E così, dopo un’ora e un quarto di cammino tranquillo, arriviamo a Maggianigo e ci salutiamo con una promessa: il prossimo giovedì di pioggia torneremo a trovare Romano, cambiando soltanto il percorso di salita. Ma c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Gianpaolo Fabbri