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fabbri lusentino

DOMODOSSOLA- 05-11-2023-- Ancora una volta la prestigiosa meta del Lusentino salva il nostro giovedì in una giornata di tempo incerto. Dico “prestigiosa” ironicamente, ma non troppo, perché qui arriva una strada molto frequentata e non siamo più in molti a salire a piedi dal centro di Domodossola. L'itinerario descritto è completamente diverso da quello della scorsa settimana.

GITA N. 133 O 24

LUSENTINO ATTO 2°

OTTOBRE 2023

Dislivello: 850 m. Tempo: 4 h 10’. Sviluppo: 15 km.

La pioggia prevista nel primo pomeriggio preclude mete più ambiziose e la proposta di salire all'Alpe Lusentino lungo un percorso completamente diverso da quello di giovedì scorso convince molti Murmata a preparare gli zaini.

Anche perché la meta finale è la stessa, ovvero il Ristorante di Romano, l'unica vera roccia, sui monti e nella sua cucina. Al sole del mattino seguiranno nuvole minacciose, ma niente pioggia fino al ritorno alle auto. Per la prima volta nell'anno agonistico lo staff di pronto intervento è al completo: quattro medici e tre badanti. Temono forse le insidie della discesa dopo le prevedibili laute libagioni.

Li coordina il presidente, anche lui al rientro dopo lungo tempo. Ci accompagna anche Nadal, Nadi per gli amici, uno splendido Setter Irlandese, che oggi gode di un meritato giorno di riposo al guinzaglio del suo padrone cacciatore, anche lui di razza.

Quattro anziani sono quindi ben scortati da questo prestigioso gruppo di assistenza, tranne uno che sale in bicicletta ai Pianali del Moncucco e ci raggiungerà a tavola. I domesi partono da casa a piedi e si trovano con gli altri nel piazzale ai piedi del Sacro Monte Calvario, 275, con i muscoli preriscaldati da qualche minuto di asfalto. Ci accompagna fino al Calvario, 362, anche una cara amica, prestigiosa socia del gruppo e grandissima sportiva, assente da tempo per gli impegni di lavoro.

Ci congediamo da lei che oggi lavora e saliamo lungo la mulattiera che parte dal piccolo piazzale di parcheggio all'ingresso del Sacro Monte. Tagliamo la strada asfaltata e, dopo meno di tre quarti d'ora, siamo all'Oratorio di San Defendente, 549, e alle prime case di Cruppi.  Nonostante l'assenza dell'anziano convalescente e, per l'ennesima volta, leggermente infortunato,  il passo è sempre tranquillo e ci concediamo delle soste di carattere goliardico e culturale.

Imbocchiamo, tenendo la destra, il sentiero di fronte all'Oratorio e saliamo a Vallesone, 665, percorrendo un breve tratto della strada asfaltata che scende a La Tensa. Attraversiamo la strada per Domobianca e prendiamo il sentiero che, poco più avanti, lasciamo alla nostra sinistra per seguire una breve scorciatoia, in alcuni punti molto ripida, che ci riporta, a quota 720 circa, sulla pista trattorabile per l'Alpe Prei.

Queste pendenze ci ricordano, solo per poco, che siamo impegnati in un'escursione e non solo nell'avvicinamento al ristorante. Incontriamo il bivio per il Lusentino e lasciamo la pista, salendo a sinistra, sempre nel bellissimo bosco di faggi, che su questo versante nord  s'incontrano già a basse quote, intorno ai seicento metri.

Arriviamo ad un'area attrezzata a quota 890 e percorriamo in piano per circa duecento metri una sterrata in direzione sud. Sulla destra prendiamo un sentiero evidente nella pineta devastata nel 2020 dalla tempesta di ottobre che rese questo tratto non più percorribile, fino alla pulizia e al ripristino dell'anno scorso. I segni del disastro sono evidenti: è un paesaggio lunare.

Incrociamo due volte la strada asfaltata e arriviamo, sfiorando il ripetitore, al parcheggio basso dell'Alpe Lusentino e di qui al piazzale principale e al tanto atteso ristorante, 1100 (un'ora e mezza da San Defendente). All'Alpe ci sono grandi lavori in corso. Noi ci concentriamo, però, sull'aperitivo, sull'ottimo e abbondante cibo di Romano e Silvia e sui festeggiamenti di uno dei nostri discepoli di Ippocrate, ancora ben lontano dai settanta.

Uno degli altri tre discepoli era già sceso a valle con autista privato prima che iniziassero le libagioni, dando grande prova di saggezza e moderazione. Per facilitare la digestione agli amici propongo, per il ritorno, un percorso diverso, che mantenga viva l'attenzione. Ritorniamo ad attraversare la pineta devastata fino alla sterrata da cui s'inerpicava il sentiero pulito l'anno scorso.

Attraversiamo la pista e, con stupore e piacere, troviamo in condizioni perfette un vecchio sentiero, percorso in discesa cinque anni fa, che temevo fosse stato devastato dalla tempesta del 2020 ed abbandonato. C'è solo un albero di traverso che, però, ci costa contorsioni adatte ad un'età inferiore alla nostra.

Ci troviamo ad attraversare la provinciale e, pochi metri più in basso, dietro il guardrail e non indicato, ritroviamo il sentiero nel bosco, anche qui perfettamente pulito. Poco sotto, ad un bivio, teniamo la sinistra ed arriviamo ai Mulini di Anzuno. Di qui ad Anzuno, Crosiggia e Calvario torniamo su sentieri ben noti e frequentati. Dopo due ore di discesa siamo nell'urbe domese, dove un amico, con un passaggio, mi risparmia il sedicesimo chilometro del nostro vagabondare odierno.

Gianpaolo Fabbri

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