BOGNANCO-03-12-2023-- Un’altra gita di quasi dieci anni fa. Il Pizzo Straciugo è la cima più alta della Val Bognanco, qualche metro al di sopra del più conosciuto Montalto. Si può partire da La Gomba o da Pizzanco (cento metri in più di dislivello, ma percorso più diretto).
Ambiente e panorama sono stupendi. Richiede un po' d'attenzione il tratto finale, molto ripido e con traccia poco evidente. E' sconsigliato con neve o terreno bagnato. Gita lunga e faticosa, ma di grande soddisfazione.
GITA N. 24
PIZZO STRACIUGO
AGOSTO 2014
Dislivello totale: 1500 m. Tempo totale: 8 h 15'. Sviluppo totale: 16,5 km.
Sole, aria fresca e “vento moderato” secondo le previsioni svizzere. Oggi battiamo il record assoluto di presenze nella storia del nostro gruppo: siamo in ventiquattro, con sette gentili signore. Inoltre, si tratta di una gita multietnica, nella quale sono rappresentati Ecuador, Francia ed Italia. Asia e Willy sono i quadrupedi. L'età media è molto più bassa del solito ed il gruppo INPS è, per la prima volta, in minoranza.
Partiamo da La Gomba, 1242. Da Pizzanco il sentiero è più diretto, ma a metà agosto potrebbero esserci problemi di posteggio. E poi cento metri in meno di dislivello fanno piacere a tutti. Il sentiero è molto bello, ma si deve azzeccarne l'imbocco. Cosa sia il “vento moderato” ce lo dovrà spiegare qualche meteorologo elvetico: all'inizio temiamo di trovarci qualche abete sulla testa. Per fortuna dopo i laghi di Campo, cioè quasi in vetta, si calmerà. Il nostro lungo serpentone, già sgranato, raggiunge, dopo quasi un’ora e mezza, Oriaccia, 1651.
Un’altra mezz’ora e siamo alla croce dell'Alpe Vallaro, 1823, dove ci ricompattiamo. La colazione è prevista all'Alpe Il Laghetto, con relativo rifugio, 2046, dopo altri trenta minuti. Il vento freddo imperversa e spuntano dagli zaini felpe, guanti e berretti. Riprendiamo coraggiosamente la salita e, su sentiero prima leggermente esposto, poi ripido, raggiungiamo la Bocchetta di Campo, 2190. Qui la pendenza si ammorbidisce e proseguiamo per i laghi di Campo, prima i due piccoli e, poco sopra, il lago grande, 2293.
Dall'Alpe Il Laghetto tre quarti d’ora. Camminiamo da più di tre ore e la meta raggiunta è già di soddisfazione, uno degli angoli più belli delle nostre valli. Per questo alcune signore decidono di fermarsi al sole e al riparo dal vento che, comunque, si sta calmando. A fermare anche i baldi giovanotti ci pensa un enorme gregge di pecore che ci viene incontro dai contrafforti dello Straciugo.
La marea bianca si estende per oltre un chilometro e sapremo dal loro pastore bergamasco che sono circa milleottocento. Domani zecche per tutti, a cominciare da Asia e Willy. Dopo quindici minuti di sfilata, per fortuna rapida, si riparte. Per circa mezz’ora si sale dolcemente verso il Passo Straciugo, 2360, che separa la conca di Campo da quella dell'Alpe Straciugo.
Di qui si imbocca la cresta sud-est e la salita si fa ripida. Si segue una traccia, in prevalenza a sinistra del filo di cresta, fin sotto la vetta. Si attraversa a sinistra su pendio molto ripido, stando ben attenti a seguire la traccia sempre meno evidente.
Qui è meglio rimanere concentrati e guardare dove si appoggiano i piedi. Una scivolata è sconsigliata. Raggiunta la cresta sud-ovest, la si segue facilmente e faticosamente fino alla vetta, 2713. Quasi tre quarti d’ora dal Passo Straciugo. Siamo in vetta in diciassette. Ci stiamo a fatica. Foto e strette di mano.
Ridiscendiamo con ancora più attenzione e recuperiamo i pochi che hanno rinunciato a due passi dalla cima. Pranzo al lago di Campo più piccolo e meno frequentato. Anche la discesa, lungo lo stesso percorso, è molto lunga. La Gomba ci rivede sul far del tramonto.
Gianpaolo Fabbri