MASSIOLA- 14-01-2024-- Alzandosi dall'angusto fondovalle in Valstrona si scoprono panorami e percorsi inaspettati. Anche qui, purtroppo, le strade di montagna massacrano il territorio: vedere per credere! L'escursione Scaravini – Massone è lunga e faticosa, ma ripaga ampiamente chi ci si avventura. Richiede buona conoscenza del territorio.
GITA N. 27
CIMA SCARAVINI – MONTE MASSONE
2 OTTOBRE 2014
Dislivello totale: 1550 m. Tempo totale: 7 h 45'. Sviluppo totale: 14,08 km.
Autunno: conviene partir presto. Noi, oggi in undici con il piccolo Willy bau, forse esageriamo. Alle 7 a Massiola, 775, servirebbe quasi la pila. C'è un comodo parcheggio ad ingresso paese, ma, ancora semi-addormentati, ci avventuriamo verso il centro lungo una strada stretta che richiede il “ritiro” degli specchietti retrovisori. Il coraggio viene premiato da un altrettanto comodo parcheggio che ci permette di risparmiare quasi dieci metri di dislivello. Imbocchiamo la bella mulattiera verso la Cima Scaravini, o Scaravine, che si trasforma presto in sentiero e dopo meno di mezz’ora siamo all'Alpe Crotta, 975.
Qui l'amara sorpresa di una strada sterrata, ancora in costruzione, che cancella in parte il sentiero. Anche in Valstrona vige la logica di raggiungere con strada ogni località montana? Non siamo in grado di dire se in questa valle il termine “agro-silvo-pastorale” sia soltanto uno scioglilingua, come spesso in Ossola, o una realtà. Poco più di un quarto d’ora e siamo alla Madonna delle Piane, 1050. Raggiungiamo poi le Alpi Pero Sotto, 1398, e Pero Sopra, 1416, dove si fa colazione, illuminati dal sole che fa presagire una splendida giornata. Il sentiero riprende ripido e poco evidente, attraversa l'ultima parte di bosco e ci porta, in un’ora e un quarto dalla Madonna delle Piane, alla Piana del Pozzo, 1695. Siamo sulla dorsale che domina alta Valstrona e Cusio.
Lo sguardo sale verso l'Alta Ossola ed oltre, fino ai Mischabel: tutto è dominato dal Rosa. Che meraviglia! Qualche foto e si riparte in direzione nord, diretti all'ancora lontana Cima Scaravini, 2119, che conquistiamo dopo quasi un’ora e mezza. Breve pausa tecnica e si riparte in direzione est lungo la cresta a cavallo fra Strona e Ossola. Si perdono circa cento metri su una traccia che segue inizialmente la cresta stessa, poi passa sul versante sud (Strona) e porta, con qualche “sali-scendi”, alla vetta del Monte Massone, 2161. Nell’ora scarsa da Scaravini a Massone è necessaria una certa attenzione. Si sta addensando qualche nuvola e subito ripartiamo in direzione sud lungo un sentiero segnato che ci porta all'Alpe Torriggia, dove si pranza.
Riprendiamo il cammino, senza abbassarci, in direzione ovest per un quarto d’ora e poi caliamo sull'Alpe Fieno Secco, 1500. Dal Massone un’ora e un quarto. Scendiamo ad un torrentello, con sentiero indicato in verde nella parte più bassa. Passiamo sulla destra orografica e, invece di risalire verso l'Alpe Pero, scendiamo a sinistra, raggiungendo l'Alpe Orlo del Pil, 1156, e la la Madonna delle Piane (un’ora e mezza da Fieno Secco), dove si chiude il lungo anello.
Qui l'ultima parte di sentiero è distrutta e resa pericolosa da massi e terra caduti dalla sovrastante strada in costruzione. E' una tecnica costruttiva, o meglio “distruttiva”, più economica di quella prevista solitamente. Siamo tornati bruscamente con i piedi per terra. Stanchi ed incazzati ripieghiamo mestamente verso la strettoia di Massiola.
Gianpaolo Fabbri