CANNERO- 18-02-2024-- Anche se un'escursione è stata percorsa e raccontata di recente (poco più di un anno), penso si possa raccontare nuovamente, perché ogni escursione è una storia a sé. Cambiano periodo, compagnia, condizioni meteo, tempi, grado d'allenamento, ecc... Questi racconti non fanno parte di una guida escursionistica, ma di una storia di belle amicizie, di libera osservazione delle bellezze delle nostre montagne e dei misfatti di chi pensa di amarle. La salita alla Cima o Monte Morissolo da Cannero è faticosa, un ottimo allenamento. Ci si può salire anche da Piancavallo, praticamente in piano. Ma a noi piace soffrire.
GITA N. 142 O 24 - MORISSOLO
FEBBRAIO 2024
Dislivello: 1100 m. Tempo: 4 h 40’. Sviluppo: 14,85 km.
Chiamato anche “Il Cervino di Cannero”, il Morissolo, dalle rive del Lago, sembra molto lontano. Ma ci saliremo anche oggi, lungo il percorso più diretto e faticoso, il Vertikal, ormai conosciuto e importante a livello nazionale per la gara di corsa che vi si disputa ogni anno, con 1100 metri di dislivello in meno di quattro chilometri. Il vincitore impiega trentanove minuti, noi circa due ore e mezza, escluse le pause. Ahimè lo zaino … e l’età!
Ammiriamo moltissimo questi grandissimi atleti, anche se loro non hanno il tempo di gustarsi questi splendidi panorami. Parcheggiamo quasi in riva al Lago, a quota 205. Oggi due badanti e un medico si occupano di tre anziani, uno dei quali, al rientro dopo mesi, è ormai costretto a rinunciare per il momento alle tanto amate pelli di foca. Nuvole, qualche sprazzo di sole, comunque meglio del previsto.
Per migliorare la fase di riscaldamento muscolare dimentico in auto cose importanti e mi faccio un po’ di strada in più per le vie di Cannero Riviera. Attraversiamo la statale e saliamo lungo la bellissima mulattiera che ci porta alle prime case di Oggiogno, 515. La frazione alta di Cannero è raggiunta anche da una stradina. Dedichiamo un po’ di tempo ad un giro negli stretti vicoli e ad una rapida visita al gigantesco torchio ristrutturato del diciottesimo secolo. Seguendo le indicazioni del Vertikal, arriviamo all’Alpe Ronno, 782, dopo poco meno di un’ora e un quarto di cammino. Qui arriva una strada.
Una pausa ristoratrice precede la seconda parte della salita, quella più impegnativa. Teniamo la destra e un breve tratto pianeggiante ci porta ad imboccare il tratto veramente “vertical”. Il sentiero è evidente, non pericoloso ma sempre molto ripido, con l’aiuto di qualche catena e corda nei tratti più impegnativi. Si capisce perché sia ormai un percorso ben noto agli sky runner. Per noi è un ottimo allenamento.
Si impara a dosare al meglio le proprie forze e a soffrire un po’. Quasi tutti gli altri sentieri in futuro sembreranno pianeggianti. Meglio, in ogni caso, non avventurarsi su questo pendio nei mesi caldi. Quasi in vetta arriviamo ad un bivio. A destra il percorso segnato della Vertikal entra nel bosco di faggi, ma di qui eravamo già passati e non conserviamo un bel ricordo del terreno molto ripido, del sentiero mal tracciato e delle foglie scivolose. Optiamo, quindi, per il vecchio sentiero, che però non è indicato, tenendo la sinistra. Certo che non sarebbe male indicare sia il sentiero per i professionisti che quello per i dilettanti come me.
Arriviamo alle tre croci d’acciaio poste in onore dei militari che hanno combattuto nella prima Guerra Mondiale. Pochi metri e siamo in vetta, 1311 (un’ora e un quarto dall’Alpe Ronno). Panorama incredibile a 360°, oggi un po’ limitato dalle nuvole. Gli anziani hanno già fame e si riparte quasi subito. Scendiamo sul versante opposto verso occidente.
Ammiriamo subito uno splendido intreccio fuori terra di radici di un grande faggio, alle quali il terreno roccioso impedisce “l’immersione”. Dopo un breve tratto di sentiero nel bosco arriviamo sulla pista sterrata che collega a Piancavallo i tunnel e le postazioni della Linea Cadorna, posti sotto la vetta. Li visitiamo rapidamente e seguiamo poi la pista verso Piancavallo fino al bivio, a quota 1250, per l’Alpe Morissolo. Scendiamo a sinistra e ci arriviamo (1089) dopo mezz’ora dalla vetta.
Sfamati gli anziani, proseguiamo sull’evidente sentiero fino all’Alpe Ronno, dove chiudiamo l’anello odierno (tre quarti d’ora a passo normale, mentre l’indicazione era di 1 h 25’, ahimè!). Un altro giretto per Oggiogno durante la discesa e in un’ora siamo in riva al Lago. E, sempre in riva al Lago, recuperiamo un po’ di liquidi in quel di Oggebbio durante il ritorno.
Gianpaolo Fabbri