DOMODOSSOLA-29-09-2017- Magdi Cristiano Allam, a Domodossola per la presentazione del suo nuovo libro, che avverrà questa sera venerdì 29 settembre alle ore 20.30 presso La Prateria, ha incontrato i giornalisti presso l'Hotel Corona per parlare di ius soli.
“Ringrazio innanzitutto Fabio Basta per questo nuovo invito a Domodossola, - così Magdi Cristiano Allam - e gli amici dell'associazione “amici di Magdi Cristiano Allam” che qui hanno creato una bella realtà culturale trasversale. Il tema dello ius soli è in realtà un tema molto più ampio, è più in generale il tema della salvaguardia della nostra civiltà, quindi non va considerato in modo del tutto distaccato, come se si trattasse di verificare semplicemente la fattibilità o meno della concessione automatica della cittadinanza a chi, come prevede questa proposta di legge, ha completato il ciclo di studi di cinque anni, ma va considerato in un insieme più complesso. Noi oggi registriamo da un lato il tracollo demografico della popolazione italiana, che è tra le più anziane al mondo, con quindi una fragilità strutturale dovuta al fatto che si fanno sempre meno figli, dall'altro il fatto che c'è stata un'accelerazione negli ultimi anni nella concessione della cittadinanza in Italia. Solo negli ultimi due anni, nel 2015 e 2016, sono stati concessi 400.000 nuove cittadinanze, la realtà è di quasi 6 milioni di immigrati regolari residenti in Italia, cui bisogna aggiungere una percentuale ignota di irregolari che ci sono sicuramente, ed in ultimo il fatto che ormai dal 2014 ad oggi l'Italia è come se avesse abolito le proprie frontiere; chiunque vuole entrare in Italia entra liberamente, in modo incontrollato. Dal 2014 a oggi sono entrate oltre 600 mila persone sprovviste di documenti, e molti di loro, fino al 2015, sono entrati senza neppure essere identificati. Questo è il quadro complessivo in cui noi dobbiamo collocare il tema dello ius soli, per capire prima di tutto se riusciremo a salvaguardare la nostra civiltà laica e liberale, dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umanistiche e illuministiche, ed in secondo luogo se riusciremo a salvaguardare la specificità di una popolazione autoctona italiana, che rischia di scomparire su piano tradizionale, tra virgolette “etnico” , proprio perché non si fanno figli, ed il compito di rigenerare la vita di fatto viene assunto da questi giovani stranieri che già risiedono, e che noi accogliamo in modo illimitato e fin troppo generosamente”.
Prosegue Magdi Allam sullo ius sanguinis: “Siccome siamo in Italia, le leggi in Italia contemplano sempre delle vie di fuga, delle deroghe, delle eccezioni, quindi quella che chiamano ius sanguini, la legge vigente, in realtà non è che escluda il riconoscimento della cittadinanza ai non italiani, ma contempla un processo che necessita la residenza in modo continuativo in Italia per 10 anni; dopo 10 anni si può richiedere la cittadinanza, e l'autorità di dovere verifica se ci sono i requisiti, che la persona che ha richiesto la cittadinanza abbia un lavoro, abbia una casa. Quindi è sbagliato immaginare che lo ius sanguini oggi in Italia significhi chiusura nei confronti di chi non è nato italiano, o non abbia i genitori italiani. Vedrei bene una legge per la cittadinanza italiana che non sia più fondata su parametri quantitativi, bensì qualitativi, eliminerei l'automatismo, potrebbero anche sussistere le condizioni per concedere la cittadinanza ad una persona anche se non risiede sul territorio da 10 anni, questo è l'errore principale che si commette. Io sono un caso emblematico, a mio avviso, di come dovrebbe essere questa legge sulla cittadinanza, perché quando arrivai in Italia nel 1972 avevo vent'anni, conoscevo adeguatamente la lingua italiana, apprezzavo la cultura italiana, mi identificavo nella civiltà italiana, amavo l'Italia, operavo concretamente, positivamente per essa”.
E prosegue: “Siamo assoggettati ad una Europa che ho messo al centro di tutto la moneta, e che concepisce l'euro come l'apice del traguardo a cui tendere, un'Europa che si vergogna delle radici ebraiche e cristiane della civiltà europea. La prima volta in assoluto che comparve la parola “europei” è in un documento del 732 che racconta l'esito della battaglia di Poitiers, vinta da Carlo Martello, la battaglia che pose un argine all'avanzata degli islamici in Europa, dove il termine europei sottintendeva i cristiani, che sulla sponda settentrionale del Mediterraneo rifiutarono di sottomettersi all'Islam. Europeo storicamente significa cristiano, e questa è un Europa che si vergogna di queste radici. La grande finanza speculativa globalizzata sta optando per una umanità omologata a livello mondiale, abbattendo le frontiere, le identità nazionali e localistiche perché vogliono ridurci sostanzialmente a semplici strumenti di produzione e consumo della materialità. L'alternativa è quella di un governo che abbia a cuore gli interessi nazionali ed il bene degli italiani, che investa nella rigenerazione della vita affidata alla popolazione autoctona, aiutando le famiglie italiane, aiutando le madri italiane, aiutando i giovani italiani, mettendoli nella condizione di poter mettere al mondo i propri figli; invece oggi i giovani italiani sono spesso costretti ad emigrare perché in Italia non hanno la stabilità economica e non vengono valorizzati, e perdiamo quindi delle risorse umane inestimabili , ed al tempo stesso lo stato investe per la cosiddetta accoglienza; nel 2017 la cifra ufficiale è di circa 5 miliardi di euro, ma probabilmente arriverà anche a 6 miliardi; investiamo per far entrare in Italia, mettendoli in una condizione di vita parassitaria, giovani che non hanno alcuna formazione, che non si inseriscono in ogni caso in un tessuto che di per sé non è facile, perché l'Italia attraversa una crisi economica strutturale”.


