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S.M.MAGGIORE-22-10-2017- Le tradizioni vigezzine attraverso il rito del maiale, sono rivissute con grande abilità di narratore dallo scrittore e giornalista  Benito Mazzi, nel suo ultimo libro  " O porco mio gentil ( e sfortunato) - Il rito del maiale in Valle Vigezzo e la vera storia del prosciutto vigezzino" edito da Il Rosso e il Blu. L'opera, è stata presentata, nella mattinata di sabato 21 ottobre,  nel Palazzo Mandamentale di Santa Maria Maggiore alla presenza dell'autore, del sindaco Claudio Cottini e del direttore artistico del festival letterario "Sentieri e Pensieri", Bruno Gambarotta, curatore della prefazione del libro. Il libro diviso in tre parti, prima racconta il cosiddetto rito del maiale, importante in tutte le famiglie dei paesi, ossia il momento in cui veniva macellato e insaccato il porco allevato durante l'anno. La seconda parte è dedicata invece alla figura dei norcini, veri artisti nella realizzazione del prezioso insaccato e il terzo capitolo è dedicato alla storia del prosciutto crudo di Vigezzo e dei suoi ideatori. " Nato alla fine degli anni 50 del ventesimo secolo, messo in commercio nel 1967, oggi è uno dei prosciutti più richiesti a livello mondiale" ha raccontato  Benito Mazzi. Questo prodotto di qualità affumicato in Valle Vigezzo è diventato così portabandiera del gusto vigezzino, eletto da anni quale simbolo di salumi tipici ossolani  e impiegato nelle proprie ricette anche da chef stellati come Marco Sacco, due stelle Michelin, al Piccolo Lago di Verbania. Tra i curiosi aneddoti contenuti nel libro, si ricorda anche la cena del quintale, che fu inventata dal regista  Ermanno Federico Scopinich. Il cineasta, fotografo, nonché accademico della cucina, istriano ma vigezzino d'adozione, fu uno dei promotori del prosciutto, insignito sabato mattina del marchio De.Co. per la tutela e la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio.

Elisa Pozzoli