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pizzi lucio dubbio

DOMODOSSOLA- 22-11-2017-Il sindaco domese Lucio Pizzi

torna sulla questione "ospedale" evidenziando come, per mantenere viva la montagna, bisogna innanzi tutto mantenere i servizi sul territorio, in primis l'ospedale, invitando la Regione a fare risparmi nel capoluogo e non in periferia: "Dopo due anni in cui abbiamo sentito solo chiacchiere- così Pizzi-  va evidenziato che l’ospedale unico, che la Regione ipotizza di scavare nella roccia del cucuzzolo di Ornavasso a quasi 100 metri di dislivello, non sarebbe in realtà un ospedale d'eccellenza.

Infatti il dettato del Piano Socio Sanitario Regionale evidenzia la volontà della Regione di accorpare semplicemente ad Ornavasso “collina” i reparti già presenti a Verbania e Domodossola. Ciò comporterebbe la realizzazione di un unico Dea a Ornavasso e la chiusura del Dea di Domodossola e del Dea di Verbania e degli interi ospedali San Biagio e Castelli: perciò un unico reparto di medicina, chirurgia, cardiologia, ecc. ecc. ma nessun nuovo reparto. Quindi nell’immaginario Ospedale di Ornavasso non ci sarebbero comunque: cardiochirurgia, neurochirurgia, chirurgia plastica, dermatologia, chirurgia toracica, oncologia, chirurgia pediatrica, endocrinologia, neonatologia, chirurgia vascolare, nefrologia, ecc. ecc. Non solo, ma non ci sarebbe neanche la sede del Laboratorio Analisi, veicolato a Novara. I posti letto sarebbero più o meno quelli già presenti ed il personale sanitario sarebbe sì accorpato ma poi col tempo finirebbe per essere notevolmente ridotto.

Inoltre il nuovo ospedale diventerebbe praticamente privato: quindi il risultato sarebbe meno sanità pubblica e più spese per i cittadini, che in un modo o nell’atro si ritroverebbero a pagare l’utile degli imprenditori. Qual è quindi il motivo principale che spinge la Regione? La risposta è semplice: ridurre la spesa della Regione sul nostro territorio.

Qualcuno però si è dimenticato che per mantenere viva la montagna bisogna innanzitutto mantenerne i servizi. In un territorio montano come il nostro non si può pensare di spendere meno utilizzando come parametro il numero degli abitanti ma è invece necessario investire più risorse per non allontanare i servizi dai cittadini. Le razionalizzazioni vanno attuate in altre zone dove si trovano strutture ospedaliere a pochi km l’una dall’altra. In Piemonte esistono 27 presidi ospedalieri sede di Dea di I e II livello: di questi ben 13 sono ubicati a Torino e provincia e in alcuni casi gli ospedali di Torino sono distanti fra loro solo dai 2 ai 10 chilometri. Nella pianura padana vi sono ospedali distanti fra loro 20 - 30 km, ad es. Borgomanero con Novara, Novara con Vercelli, Casale Monferrato con Vercelli o Alessandria, Alba con Asti, Asti con Alessandria.

A questo punto credo che nel Vco sarebbe opportuno investire seriamente su strutture e personale, dando stabilità a servizi e operatori, e mantenere i presidi ospedalieri di Domodossola e Verbania, per guardare poi ai centri di vera eccellenza (come abbiamo sempre fatto) quando vi è la necessità. Se sacrifici devono essere fatti, vengano fatti in altre zone: i risparmi li facciano a Torino, altrimenti la specificità montana sarà servita solo a riempire la bocca di noti esponenti del Pd".