1

crodo stabilimento campari

CRODO- 27-11-2017- Giovedì scorso si è tenuto

presso il salone denominato Foro Boario di Crodo l’incontro tra l’amministrazione comunale e la popolazione per conoscere gli sviluppi del tema relativo al passaggio di proprietà dallo stabilimento di Crodo e di alcuni marchi collegati a Royal Unibrew da Campari, sulla questione interviene Marilena Panziera, capogruppo di minoranza in consiglio comunale a Crodo: “ In molti – spiega- hanno parlato a cominciare dal Sindaco, il quale non ha perso l’occasione per dare una serie di spiegazioni prive di supporti oggettivi, ma semplicemente riferendo di conversazioni e confronti senza che questi venissero circostanziati con date e contenuti, non solo relativi a ciò che gli è stato detto, ma soprattutto in merito a ciò che ha chiesto lui.

Ha detto di essere preoccupato, di voler vederci chiaro, che forse è opportuno capire cosa si può fare con la questione marchio…Ma, ha solo genericamente descritto le cose fatte finora, forse ….perché è solo andato una volta a Milano a parlare con gli eredi di chi aveva a suo tempo stilato un esposto, che una volta depositato in tribunale, ebbe l’effetto di far tornare la Campari sui propri passi. Quindi non ha preso esempio da chi nel passato, facendo il proprio dovere ha permesso allo stabilimento di Crodo di continuare la produzione.

Questa in verità, dopo le fosche prospettive che riserva questo passaggio di mano, è per me la maggiore fonte di preoccupazione, perché trovo veramente assurdo che l’amministrazione comunale non trovi la forza (di volontà? morale? economica?) per nominare almeno un consulente, che avvalendosi dell’esperienza pregressa vada a trovare quelle eventuali pecche nella transazione e nella gestione del marchio, che possono consentire a Crodo ed ai lavoratori della fabbrica di avere un potere contrattuale di un certo peso.

Anche vedere sul palco i Presidenti di Provincia ed Unione dei Comuni, che dopo mesi dallo scoppio della crisi, non erano ancora stati forniti della documentazione legale a suo tempo prodotta e di una richiesta scritta di supporto ed intervento in merito, mi ha gettato nella desolazione più completa. Quindi non si esclude solo la minoranza consiliare, ma l’uomo solo al comando esclude anche i due enti che per capacità amministrativa e finanziaria lo possono efficacemente supportare, salvo poi invitarli sul palco per condividere oneri e più difficilmente onori.

Poi ho trovato un po’ troppo apprensivo il sindacato, che tratta la questione con i due colossi industriali e molto inquietante la divisione dei lavoratori (tra chi deve continuare a lavorare forse fino a 67 anni e quindi vuole certezze maggiori sugli investimenti e chi invece magari è stato incluso in qualche benefit per la pensione anticipata quindi può tirare a campare per questi tre anni). Tutto ciò comunque, mi ha fatto capire che in definitiva domina la paura, paura di affrontare sul serio un vero problema, paura che l’acquirente se ne vada, paura che non vengano mantenute le promesse verbali, paura che lo stabilimento chiuda. Paure diverse, ma generate per tutti dal fatto che già a suo tempo Campari promise la strada di bibite e acqua in bottiglia, per la tenuta in vita dello stabilimento di Crodo, strada che poi non percorse, chi crede che lo fece solo perché continuava a fare il Crodino a Crodo? Non percorsero quella strada perché era poco remunerativa e rilanciare l’acqua Lisiel oggigiorno sarebbe ancora più difficile, dopo l’oblio a cui Campari l’ha destinata.

A mio parere la ricerca di certezze non deve spaventare in quanto queste non devono essere utilizzate a fini ricattatori, ma solamente come base per una maggiore comprensione delle potenzialità di Crodo e delle sue Fonti, chissà perché noi di Crodo e dell’Ossola in genere siamo fuori mano e malserviti, quando, per il trasporto della sola acqua minerale si viaggia tra Vinadio ( che è a casa dei lupi ) e Milano, Genova ecc, tra Graglia di Biella (che non è certo sulla A4) e Milano e Genova ecc… Mi viene il dubbio che da noi ci sia sempre qualcuno che insiste sulla minorità del nostro potenziale, per poterci dare da bere qualsiasi frottola faccia loro comodo, questo non solo per la vicenda in questione, ma anche per alte istanze dell’areale ossolano, così avversate da chi vive fuori e dice di amare il nostro territorio per poi condannarlo ad una continua regressione”- conclude Marilena Panziera.