
DOMODOSSOLA- 12-12-2017- Il Comitato per Vco e Novara alla Regione Lombardia scrive una piccante lettera al presidente del Piemonte Chiamparino in cui si ripercorrono le varie dichiarazioni sulla vicenda dei referendum di Veneto e Lombardia o sulla raccolta firme avviata nel Vco.
Ecco la lettera:
Oggetto: articolo de “La Repubblica”, pagine torinesi del 10.12.2017.
Gentile Signor Presidente,
abbiamo letto con attenzione l’articolo pubblicato domenica nelle pagine torinesi del quotidiano “La Repubblica” dal titolo “Chiamparino, più autonomia per il Piemonte” con cui la S.V. ha deciso di seguire l’esempio delle Regioni Emilia-Romagna e Puglia al fine di ottenere una maggiore autonomia del Piemonte, con un iter che tuttavia non prevede nessuna consultazione referendaria in stile lombardo e veneto, quasi che la parola “Popolo” debba passare in secondo piano.
Noi riteniamo invece che la consultazione gli sia dovuta, così come voluto dai promotori del “Comitato Piemonte Autonomo” della Lega, che mira a un pronunziamento popolare che ha maggiore impatto e che, oltre a rappresentare un istituto di alta democrazia (e ci permetta di evidenziare che un referendum non è mai un costo), garantisce una maggiore forza contrattuale nei confronti dello Stato consentendo di andare al di là delle materie da Lei indicate: i soli Museo Egizio e formazione professionale sono poca cosa, considerato che anche l’Emilia-Romagna, che al pari Suo ha scelto la linea non referendaria, intende muoversi su più materie che ritiene fondamentali: lavoro e formazione, imprese, ricerca e sviluppo, sanità e governo del territorio-ambiente.
Un maggiore coraggio sarebbe quanto mai opportuno visto che, come affermato nell’articolo de “La Repubblica” da cui abbiamo preso spunto per questa nostra, il Piemonte versa allo Stato circa 8 miliardi di euro in più di quanto riceve (dire 8 mila milioni di euro forse rende maggiormente l’idea).
Del resto anche chi, come Gilberto Pichetto, ritiene si possa prescindere dalla strada referendaria si è adoperato per chiederLe di aprire un confronto con il Governo per ottenere maggiore autonomia e più fondi per il Piemonte.
Quanto di recente ha dichiarato rappresenta, indubbiamente, una rivisitazione dei Suoi passi giacché, da quanto ci risulta, Lei ha più volte preso le distanze dalle scelte autonomistiche di Lombardia e Veneto, tanto che, mentre in queste Regioni si è votato, il Piemonte è rimasto arroccato su se stesso.
Non è infatti passato molto tempo da quando le Sue posizioni sull’autonomia piemontese apparivano di ben altro tenore (fonte Italpress in data 30.10.2017: “dovendo ripianare non possiamo andare a chiedere più competenze ed è una cosa che taglia la testa al toro". Così Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, ai microfoni di ‘6 su Radio1’, esclude la possibilità di seguire le orme di Veneto e Lombardia ma anche dell'Emilia Romagna).
Financo giungeva a criticare la nostra raccolta firme volta alla indizione del referendum per il passaggio della Provincia del Verbano Cusio Ossola dalla Regione Piemonte alla Regione Lombardia ai
sensi dell’art. 132 co. 2 della Costituzione, bollandola (Corriere della Sera del 22.10.2017) con parole che il Suo ruolo di Presidente della Regione non dovrebbe farle profferire: “Se proprio devono andarsene, gli converrebbe di più la Svizzera ... Le istituzioni non dovrebbero dare risalto a iniziative minoritarie che non mi risulta abbiano alcun riscontro particolare nella larga maggioranza di quelle aree”. Uno schiaffo ai molti cittadini del Verbano Cusio Ossola perennemente dimenticati da Torino.
Eppure Le sarebbe bastato trascorrere qualche giorno in questo lembo di Piemonte per capire che la voglia di Lombardia è tanta, che le firme raccolte in poco tempo – tutte certificate da funzionari abilitati, consiglieri comunali, provinciali o sindaci – rappresentano una buona fetta di territorio e che, con le Sue parole, ha sminuito questi Suoi cittadini che, al pari di chi la pensa diversamente, non lo meritano.
Vogliamo però pensare che chi sul nostro territorio Le è vicino l’abbia informata male, che Le sia stato riferito trattarsi di una iniziativa senza il minimo consenso popolare e da qui la Sua uscita.
Il perché del malumore è presto detto: si considerino i soli canoni idrici per capire come si tratti di un territorio dimenticato: mentre la Lombardia riconosce quasi integralmente alla Provincia montana di Sondrio quanto prodotto sul territorio (9,6 milioni sui 10,8 prodotti), la Regione Piemonte non riconosce al Verbano Cusio Ossola – al pari di Sondrio una delle tre Province montane nazionali volute della riforma Delrio – importo alcuno degli oltre 17 milioni di euro annualmente introitati.
E, neppure, la Regione ha saputo prevedere la compartecipazione sul bollo auto. Tutto questo mentre l’Ente Provincia è costretto ad approvare un piano neve per 2 milioni di euro senza copertura finanziaria alcuna ed è alle prese con un bilancio previsionale 2017 che non può essere chiuso causa un disavanzo corrente di 3,6 milioni di euro.
Tralasciamo poi le addizionali regionali IRPEF, le liste di attesa nella sanità, il rischio del blocco dell’impianto di riscaldamento dell’Ospedale Castelli di Verbania di tre anni or sono per i limiti restrittivi alle emissioni diversi rispetto a quelli dell’altra sponda del Lago. Tralasciamo tanti altri argomenti perché l’elenco diverrebbe troppo lungo e tedioso, ma ci permettiamo di ricordarne ancora uno, particolarmente significativo: con la rivisitazione dei collegi regionali e la loro riduzione questo territorio non potrà esprimere un proprio Consigliere, ulteriore sinonimo di scarsa rappresentatività in seno ai centri decisionali piemontesi.
E così, forse anche per la nostra iniziativa, che non deve esserLe poi sembrata tanto sciocca come l’aveva ritenuta all’inizio, la Regione ha approvato a metà dello scorso mese di novembre – dopo tre anni di continue risposte negative al presidente della Provincia del VCO pur appartenente al Suo partito, e alla Lega che aveva presentato analogo emendamento alla Legge di Bilancio 2017 – un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle per impegnare la Giunta regionale ad adottare i necessari provvedimenti per consentire il ristorno dei canoni demaniali per l’uso di acque pubbliche al territorio del Verbano Cusio Ossola. Va detto, però, che se il Suo vice Reschigna, l’uomo dei conti, ha già messo le mani avanti dicendo che la cifra, anche qualora venisse riconosciuta, sarebbe poca cosa rispetto agli oltre 17 milioni introitati.
Si tratta ed è di palmare evidenza, di un passo del tutto insufficiente ed estremamente aleatorio, al pari di quello della Sua idea di autonomia del Piemonte, che ancora di più ci convince della bontà della voglia di Lombardia del territorio, punta avanzata delle rivendicazioni di autonomia che si stanno respirando”.


