
DOMODOSSOLA- 12-12-2017- Durante le festività natalizie piazza Mercato sarà ancora più bella, dal 15 dicembre al 15 gennaio sarà infatti possibile ammirare il dipinto Adorazione dei pastori di Antonio Balestra nella vetrata di Casa De Rodis: “L’opera- spiegano i promotori- ci porta in modo indefettibile dentro quella cosa semplice, concreta, carnale che è il Natale. Che non è una bella idea, ma un punto di così intensa tenerezza davanti alla quale non possiamo fare altro che tendere le braccia. Che cosa ci racconta questa bella Adorazione dei pastori dipinta nei primi decenni del 1700 dall’artista veronese Antonio Balestra? Se osserviamo con attenzione l’opera possiamo notare come si muova su due diversi registri. Da una parte c’è l’impeto che spinge i pastori e che si traduce in una pittura concitata; dall’altra c’è la calma silenziosa della Madonna che sta in contemplazione del suo Bambino, quasi non s’accorgesse di ciò che sta accadendo attorno. Giuseppe dal canto suo, fedele al suo profilo umile, fa da raccordo tra le due zone del quadro.
Certo noi tutti siamo colpiti dallo slancio dei pastori; e Balestra sente come congeniale alla propria pittura quella loro irruenza piena di meraviglia. Siamo in una stagione in cui la pittura è chiamata a proporre soluzioni scenografiche capaci di colpire l’osservatore, e in questo caso il devoto. Quindi Balestra si adegua al gusto e alle attese del pubblico del suo tempo. Eppure la dialettica obbligata tra quelle due zone del quadro cambia un po’ le cose. L’agitarsi dei pastori, che potrebbe cadere in retorica, si stempera invece in commozione di fronte alla semplicità spoglia che contraddistingue la zona del quadro con la Madonna, il Bambino e gli Angeli. Basta osservare il secondo pastore da sinistra, che sembra quasi volersi tuffare con un impeto pieno di ingenuità. Le sue mani vibrano di desiderio (ed è forse il dettaglio più bello di questo quadro); quasi a catturare la luce che scaturisce dal corpo nudo del Bambino. Ma è bello notare come tra le sue dita la luce da metafora o semplice evento visivo, si trasformi in qualcosa di fisico. La luce vibra nella carne...
C’è poi la parte “riposata” del quadro, quella a cui i pastori finiscono per fornire una specie di emozionata cornice. È una parte dove anche la pittura si placa, quasi per un pudore istintivo. Lì la luce trova la sua fonte nella tenerezza della carne del Bambino. “Subito in luce appar” dice infatti Manzoni nel suo stupendo Inno di Natale; appare “tra i pastor devoti, al duro mondo ignoti”. È decisiva la scelta di quel “tra” nel verso di Manzoni. Gesù appena nato non appare “ai pastori”; appare “tra i pastori”. La preposizione ci porta in modo semplice e indefettibile dentro quella cosa semplice, concreta, carnale che è il Natale. Che non è una bella idea, ma un punto di così intensa e semplice tenerezza davanti alla quale non possiamo fare altro che tendere le braccia.» Giuseppe Frangi
Antonio Balestra (1666 - 1740)
Pittore veronese protagonista della prima metà del Settecento si forma alla fervida e innovativa scuola di Carlo Maratta a Roma.
Di ritorno nel Veneto elabora i fermenti della cultura veneziana in un nuovo linguaggio legato a una solida concezione della forma insieme a una fluidità e scioltezza di ispirazione correggesca. A Verona ha lasciato un importante gruppo di opere il Matrimonio di s. Caterina in Santa Maria in Organo, del 1719, il Miracolo di s. Domenico nella chiesa omonima, del 1721. Sempre a Verona nel 1725 lo raggiunse la nomina a pieni voti a membro dell'Accademia romana di San Luca. Documenti significativi dello stile dell'artista sono l'Annunciazione nella chiesa di S. Teresa degli Scalzi a Verona del 1697, la grande allegoria delle Ricchezze della Terra, prima opera firmata e datata del 1698 per il Palazzo dei mercanti di Bolzano, e le due grandi tele con i Miracoli dei ss. Cosma e Damiano della chiesa di S. Giustina a Padova, firmate e datate 1718, eseguite a Venezia.
Un particolare ringraziamento al collezionista privato che ha gentilmente concesso l’opera”.


