DOMODOSSOLA- 20-01-2018- Dopo le recenti discussioni
in consiglio comunale riguardo agli espropri del terreni di proprietà della famiglia Zanetta in piazza Matteotti da parte del comune arrivano le dichiarazioni degli eredi: “Venuti a conoscenza di quanto dichiarato in consiglio comunale sulla vicenda degli espropri dei terreni di proprietà Zanetta in Piazza Matteotti- spiegano Dario ed Enrico Zanetta- si precisa quanto segue: innanzitutto la Corte d’Appello, in merito alla richiesta, da parte della famiglia Zanetta, del risarcimento danni per l’utilizzo senza titolo, da parte del comune di Domodossola, dei loro terreni in Piazza Matteotti, nell’affermare la soccombenza del comune di Domodossola, parla di “comportamento pervicace di illegalità mantenuto durante un trentennio, e senza neppure l’offerta di un centesimo. Il che è particolarmente grave considerato che si tratta di una amministrazione pubblica, che costituzionalmente è obbligata al rispetto della legge, più di qualsiasi cittadino.”
Pare di tutta evidenza come, a fronte di quanto riportato dalla predetta sentenza n.1426/2015, con la quale la Corte d’Appello di Torino ha condannato il comune di Domodossola al risarcimento danni in favore dei fratelli Zanetta (procedimento ora davanti alla Corte di Cassazione) relativamente al “mancato esproprio” dei terreni di loro proprietà in piazza Matteotti (si badi bene, il procedimento relativo al risarcimento dei danni, stabilito in appello in € 39.314,00, è procedimento altro rispetto a quello relativo all’indennità di esproprio, per cui la sentenza in appello ha stabilito un importo di € 249.900,00), appaia quanto meno semplicistica la risposta data alla consigliera Corsini, sul tema della “chiarezza sulle responsabilità delle precedenti amministrazioni”, che afferma come non vi siano responsabilità passate in merito alla vicenda; non fosse altro perché, per l’appunto, davanti alla Corte di Cassazione vi è un procedimento proprio per risarcimento danni, al momento determinato in € 39.314,00. Forse una seppur minima responsabilità da qualche parte andrebbe ricercata.
Ma non è questo l’argomento che ha spinto i Zanetta ad intervenire nuovamente sulla vicenda, in merito al quale, congiuntamente ad alcuni fatti avvenuti antecedentemente all’instaurazione del ricorso in Cassazione da parte del comune - relativamente al procedimento per l’indennità d’esproprio - riferiranno in seguito.
La motivazione della presente , invece, risiede nella seguente dichiarazione della consigliera Graziobelli: “di tutte le cose fatte come passata amministrazione rifarei la scelta dell’esproprio di parte di piazza Matteotti dove abbiamo avuto il coraggio di intervenire a fronte di una situazione insostenibile”.
Zanetta racconta come la naturalezza con cui vengano riferiti fatti non corrispondenti alla realtà abbia lasciato letteralmente senza parole.
I fatti. Successivamente all’insediamento dell’amministrazione Cattrini, alcuni componenti della famiglia Zanetta si sono rivolti al sindaco chiedendo incontri “ufficiali” per tentare di ragionare sulla questione dell’utilizzo senza titolo dei terreni di piazza Matteotti da parte del comune (in modo molto semplice: l’area dei fratelli Zanetta corrisponde alla superficie coperta di edificio su due piani esistente negli anni’70 in piazza Matteotti e di loro proprietà). Incontri, però, sempre ufficialmente rifiutati, in virtù di una logorante inerzia dell’allora compagine amministrativa.
Nel 2012, però, accade un fatto, inaspettato per sindaco e amministratori ma noto sia ai Zanetta che ai dirigenti comunali, che va ad interrompere lo stato di quiete a cui gli amministratori si erano abituati, ovvero la scadenza dei termini per l’effettuazione dell’esproprio al fine di evitare la reiterazione dei vincoli preordinati all’esproprio; reiterazione che avrebbe comportato un ulteriore obbligo di risarcimento del danno (quantificabile, utilizzando i dati individuati dalla sentenza, in circa € 100.000,00). Proprio a seguito del sopraggiungere di tale perentoria scadenza, l’amministrazione Cattrini si è trovata obbligata ad iniziare la procedura d’esproprio.
Altro che scelta e coraggio di intervenire!!! La scelta rappresenta un libero atto di volontà per cui, tra due o più possibilità, se ne preferisce una ritenendola migliore. La possibilità di scelta, quindi, esiste quando si hanno alternative a disposizione, non quando la direzione da intraprendere non può che essere una ed una sola. Evidente, pertanto, come l’avvio della procedura d’esproprio di piazza Matteotti derivi da un semplice atto burocratico non più procrastinabile, altro che scelta politica. E allora sarebbe il caso di smetterla di attribuirsi meriti che non spettano.
In conclusione, in merito alla vicenda dei terreni di piazza Matteotti la politica dovrebbe solo tacere”.


