DOMODOSSOLA – 16-02-2018 - Per la prima volta l'ospedale
San Biagio di Domodossola ha una donna come primario del reparto di Medicina. L' 8 febbraio la Direzione Generale dell'Asl del Vco ha conferimento l'incarico quinquennale di Dirigente Medico Direttore di Medicina Interna alla dottoressa Maria Adele Moschella. Dipendente dell’Asl dal 1982, ha conseguito il diploma di specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica nel 1984. Ha svolto l’incarico di sostituzione di Direttore di Struttura Complessa Medicina Interna di Domodossola dal mese di marzo 2017. Era stata la prima donna medico assunta al Reparto di Medicina nel 1982 ed ora è la prima donna primario. “Rispetto al momento della mia laurea – dice Adele Moschella - le donne oggi sono molte, mentre quando mi ero laureata eravamo un terzo di tutti gli studenti iscritti a Medicina. Il problema è la difficoltà che esiste per le donne in Italia in tutti i settori di avere degli incarichi dirigenziali. Nel mio caso sono stata la prima donna assunta in Medicina come medico e guarda a caso anche come primario, ma questo già ad un'età piuttosto avanzata”. Ora la dirigente non ha problemi a conciliare lavoro e famiglia, ma non nasconde in passato di aver avuto qualche difficoltà. “Quando avevo i bambini piccoli qualche problema in più l'ho avuto, ma in quegli anni l'impegno era inferiore a quello di oggi, c'era un altro tipo di richiesta. Ora conciliare famiglia e lavoro non è un problema”. Sull'ospedale unico la dottoressa si dice favorevole. “ E' dura dover accettare che ci sia un ospedale unico, lo dico io che sono domese legata a questo ospedale dove ho trascorso la vita. Però credo che nel momento attuale della sanità del Vco e anche Regionale l'unica possibilità perchè i nostri ospedali diano un servizio di qualità sia quello di unirsi insieme a Onavasso o in altro posto l'importante che sia ovviamente centrale, perchè la distribuzione su tre presidi non fa altro che frammentare una forza lavoro che in questo momento è abbastanza in crisi quindi l'essere tutti insieme in un ospedale unico, non può che avvantaggiare il paziente con quel minimo di sacrificio di non avere l'ospedale proprio sotto casa”. La dottoressa è vicina alla parrocchia domese “La fede -dice - fa parte della mia professione, come fa parte della mia vita. In questo lavoro una cosa che però mi ha sempre messo in crisi è vedere come molti colleghi che non si sono mai definiti cristiani riescono ad essere vicini ai pazienti. Questo mi ha fatto rivedere molto quello che è il mio essere cristiana”.
Mary Borri


