
VARZO-24-03-2018- Venerdì pomeriggio 23 marzo, nella sala polifunzionale della Torre medioevale di Varzo, presentato ai numerosi presenti da Lisanna Cuccini, il prof. Silvano Ragozza ha esordito confermando che il suo interesse per i dialettI risaliva già alla sua giovane età, tanto che, la sua tesi di laurea, ebbe come tema “Il dialetto di Colloro”, piccola frazione del comune di Premosello Chiovenda.Ha proseguito poi confermando che i dialetti non hanno una letteratura e che la loro definizione è abbastanza controversa; infatti alcuni li ritengono lingue non minoritarie rispetto alle lingue nazionali, altri varianti di una lingua. In effetti tutti i dialetti italiani derivano dal latino parlato in quei territori e non dall'italiano.
Infatti nell'anno 476 d.C. con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, cessano tutte le comunicazioni in latino, lingua ufficiale dell'impero, e il latino si trasforma nei vari dialetti: italiano, spagnolo, francese, romeno e portoghese. Ragozza ha quindi sottolineato che nell'anno 1861 in Italia solo il tre per cento, 600.000 abitanti su 25.000.000, parlava l'italiano. Da quella data i dialetti iniziarono il loro cammino di oblio, perché nelle scuole italiane vennero considerati storpiatura della lingua italiana, diffondendo così un senso di vergogna in coloro che ne facevano uso.
Contrariamente a quanto accade in Italia, in Svizzera nel Canton Ticino e precisamente a Bellinzona, esiste un istituto di Etnografia e Dialettologia, che studia i dialetti latini, in particolare il dialetto ticinese, in quanto lo ritengono un valore culturale di grande importanza e assolutamente da non obliare.Nell'anno 2012 gli italiani che parlavano correttamente l'italiano erano il 90%; però, nell'ambito familiare, il dialetto era ancora parlato dal 30% degli Italiani. Il dialetto ossolano è un dialetto gallo-italico, le cui caratteristiche sono principalmente: indebolimento delle sillabe atone, assenza di consonanti doppie, caduta delle vocali finali tranne la a, presenza di vocali con la dieresi e variazione di consonante sorda tra vocali a consonante sonora.
Ragozza ha infine confermato che nel dialetto varzese sono presenti molti francesismi, di certo dovuti all'emigrazione verso la Francia di lavoratori stagionali. Chiarendo poi la differenza tra dialetto e gergo, ha concluso con una similitudine: “La cancellazione dei dialetti è paragonabile alla distruzione dei reperti archeologici”
Piero Pagani


