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VOGOGNA- 24-04-2018- L'onorevole vogognese

Enrico Borghi, recentemente nominato segretario d'aula del Partito Democratico alla Camera dei Deputati interviene in una nota stampa, non senza indirizzare stilettate a rappresentanti o movimenti politici del centro destra locale, sulla causa avviata dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola nei confronti della Regione Piemonte, finalizzata al riconoscimento al territorio del Vco dei canoni idrici (totalmente prodotti in Ossola, ndr.) ad esso spettanti in ragione di norme nazionali: “E'una iniziativa giusta è indispensabile- spiega- di fronte alla sordità regionale, che non ha ritenuto di addivenire alle realizzabili intese sul tema, la tutela in sede giurisdizionale avviata dal Presidente Costa appare un’azione conseguenziale e doverosa.
Essa va nella direzione di tutelare e salvaguardare l’autonomia e la peculiarità del Vco, conseguita con la legge Delrio che, al contrario di quanto taluni sostengono strumentalmente, ha consentito di salvaguardare l’identità e la soggettività della provincia del Vco che le forze del centrodestra a livello locale hanno portato in condizioni di grave sofferenza, identità già svenduta a livello nazionale da qualche parlamentare dell’epoca prono ai voleri di Tremonti e Monti e oggi alla
disperata ricerca di un nuovo battesimo leghista per continuare a stare su piazza. Ricordo al senatore Zanetta, per l’ennesima volta, che la misura da lui varata fu modificata dal governo Prodi in quanto anticostituzionale, essendo la materia dei canoni idrici di competenza regionale per Costituzione. Il centrosinistra a livello nazionale ha le carte in regola sull’autonomia del Vco. E l’azione condotta dal Presidente Costa consentirà si poterle avere anche a livello regionale. Peraltro tutte le leggi, anche quelle valutate come pessime, sono migliori delle leggi inesistenti, come la riforma degli enti locali regionale che avrebbe dovuto archiviare la stagione dell’anarchia sovracomunale ereditata dalla giunta Cota e che ad oggi è dispersa in qualche corridoio regionale a far compagnia all’altra legge dispersa, quella riforma della legge elettorale regionale che dovrebbe assicurare rappresentanza a tutte le province del Piemonte e per la quale non si vedono paladini”.