DOMODOSSOLA-28-04-2018- Gli studenti del liceo G. Spezia di Domodossola hanno incontrato venerdì Domenico Quirico, noto reporter di guerra che, vittima di un sequestro in Siria nell’aprile del 2013, ha sperimentato sulla propria pelle gli orrori di una delle tante guerre che imperversano nel mondo con l’avallo di governi e nell’indifferenza dell’opinione pubblica internazionale.
Nel silenzio del teatro Galletti, di fronte ad immagini evocatrici di una storia di dolore e macerie, gli studenti si sono fatti compartecipi spettatori di un dramma umano che una narrazione vivida, realistica ed appassionata ha reso meno remoto, indistinto e irrilevante.
Quello che accade in Siria, ad Aleppo, non si può ignorare; posta nel cuore del Medio Oriente, è stata protagonista attiva nella storia della emancipazione umana; crocevia di popoli e preda di interessi geopolitici, ha conosciuto nel tempo la stratificazione etnica, politica e culturale mai pacifica, come ha sostenuto Quirico, ma frutto di violenza, sopraffazione e distruzione fisica; l’integrazione, infatti, è solo la Chimera di una retorica politicamente corretta, di fatto il rimescolamento dei popoli implica la volontà di una forza sopraffattrice, nazionalista e dittatoriale che neutralizza le differenze e impone la convivenza civile con lo spettro della morte. Aleppo come Sarajevo, dunque.
Avviene un momento però, nella storia dei popoli, ha affermato ancora Quirico, in cui i repentini cambiamenti psicologici, sociali ed economici costituiscono un forza propulsiva verso il rovesciamento degli assetti esistenti. I giovani siriani, infatti, affamati di diritti e libertà, hanno imbracciato nel 2011 le armi della lotta resistenziale contro il regime di Bashar al-Asad, collante liberticida di un variegato mosaico etnico-culturale, e si sono fatti protagonisti di una Primavera araba, una stagione di ribellione condivisa, al ritmo immediato ed entusiastico dei social, con altri coetanei tunisini, libici, egiziani, iracheni, yemeniti. Dalla rivoluzione alla guerra civile, tuttavia, il passo è stato immediato; dalla rivoluzione alla reazione, dalla vita normale alla vita strisciata nei bassifondi della sopravvivenza; dall’Aleppo rigogliosa e vivace all’Aleppo paesaggio lunare.
Tutto questo è accaduto e continua accadere, conclude Quirico, nella totale indifferenza di un Occidente distratto e cinico che quotidianamente si fa spettatore passivo di tragedie umane ben documentate da giornalisti che, come lo stesso, rischiano la vita pur di dare un contributo alla storia controcorrente del riscatto umano; l’unica sola voce di indignazione che si fa strada nell’apatia afasica delle idee è quella che esprime giudizi e pregiudizi razziali nei confronti di sfollati, migranti che, sulle rotte di un Mediterraneo non sempre clemente, ripongono la speranza di una umanità felice.
L’intervento di Quirico pertanto ha costituito per i giovani studenti domesi una valida occasione di riflessione e ripensamento del proprio ruolo di cittadini responsabili e consapevoli nel mondo.
Annalisa Barletta


