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monti fascia sindaco

PREMOSELLO- 24-05-2018- Il sindaco di Premosello Giuseppe Monti scrive ai sindaci di Anzola, Mergozzo, Piedimulera ed Ornavasso, oltre che ai Parlamentari locali, anche in qualità di componente del Direttivo e della Giunta del Parco Nazionale della Val Grande, per portare attenzione ad un argomento “che ormai da troppi anni e’ stato dimenticato ma che ricopre una importanza strategica sotto vari aspetti per i nostri territori”: “L’argomento a cui faccio riferimento- spiega Monti- sono le opere complementari alla bonifica del Sito di Pieve Vergonte, oggetto di una vertenza tra il Ministero dell’Ambiente e Syndial S.p.A., che nulla centra con la bonifica in atto presso lo stabilimento di Pieve Vergonte, bonifica che vorrei segnalare, non ha portato, come si auspicava e come venne detto da più parti una ricaduta significativa in termini occupazionali ed economici per i nostri territori e nel caso di specie per le attività della nostra Provincia.

Una circostanza, quella della bonifica del sito di Pieve Vergonte, che per usare un eufemismo ci e’ passata sopra alla testa senza che la politica locale sia stata in grado di gestire sui tavoli che contavano questa opportunità economica che sarebbe potuta essere un volano formidabile per rilanciare l’economia e l’occupazione dell’intera Provincia, creando nuovi posti di lavoro a favore delle imprese locali e di conseguenza dei nostri cittadini.

Ma ritorniamo all’argomento di cui all’oggetto e precisamente alla vertenza tra il Ministero dell’Ambiente e Syndial S.p.A. che nacque a seguito di una causa che il Ministero dell’Ambiente fece ad ENI in riferimento all’inquinamento del sito per un risarcimento di 1 miliardo e 800 milioni di euro che ENI perse in primo grado , con un successivo appello.

Questa vertenza molto complessa, andava a trattare anche la possibilità di progettare interventi sulle matrici ambientali delle aree esterne allo stabilimento di Syndial S.p.A. ed in particolare per le aree poste tra lo Stabilimento e il lago Maggiore (lungo il corso del torrente Marmazza, il Fiume Toce, il lago di Mergozzo e la baia di Pallanza).

All’uopo giova ricordare che Syndial S.p.A. ha svolto un piano di caratterizzazione approvato nella Conferenza di servizi del 27 Aprile 2009, estendendo tali indagini che vennero approvate nella successiva conferenza di servizi del 27 ottobre 2011, indagini che vennero esplicate e approvate nella conferenza di servizi del 15 gennaio 2014, svoltasi a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente.

Di conferenze di servizi sull’argomento ne vennero fatte altre, una anche in data 21 maggio 2013, sempre al Ministero dell’Ambiente, in cui vennero invitati i Sindaci, con all’ordine del giorno al punto n°1 quanto segue :

“….ricognizione dei dati disponibili per le aree del sistema fluviaale/lacustre Fiume Toce/Lago Maggiore al fine di predisporre la documentazione necessaria a supporto della valutazione di danno ambientale…..” , e’ importante citare questo punto in quanto sull’argomento e’ doveroso precisare quanto segue:

La Cassazione si è, peraltro, pronunciata sui rapporti tra risarcimento del danno per equivalente ed in forma specifica, chiarendo che è illegittimo il provvedimento di risarcimento in forma generica per equivalente del danno ambientale, che non motivi specificamente sull’impossibilità del ripristino in forma specifica, che è criterio prioritario di risarcimento individuato dalla legge (Cass. pen. Sez. 3, n. 36818/2011). La nuova disciplina ammette, dunque, il risarcimento del danno mediante il pagamento di una somma di denaro solo nel caso in cui risulti impossibile o di eccessiva onerosità il ripristino dei luoghi ovvero quando il polluter non esegua gli interventi rispettando il progetto di bonifica.

In tali casi, il risarcimento del danno per equivalente non è concepito con la funzione di ristoro economico nei confronti dello stato, bensì con la funzione di essere comunque utilizzato per il finanziamento del ripristino dei luoghi.

In data 31 maggio 2013 la Presidenza della Provincia del Verbano Cusio Ossola, che all’epoca venne indicata quale Ente di regia per gestire l’intera vicenda, convocò un incontro presso la sede dell’Ente, riunione in cui parteciparono i seguenti enti :

  1. Comune di Anzola D’Ossola

  2. Comune di Baveno

  3. Comune di Gravellona Toce

  4. Comune di Mergozzo

  5. Comune di Piedimulera

  6. Comune di Pieve Vergonte

  7. Comune di Premosello-Chiovenda

  8. Comune di Vogogna

  9. Comune di Verbania (Commissario Prefettizio)

  10. Comune di Ornavasso

All’incontro era presente il Presidente della Provincia e un Dirigente Provinciale del Settore V “Ambiente, Georisorse e Tutela Faunistica”, oltre ad un dipendente amministrativo con funzioni di soggetto verbalizzante.

Questo incontro venne convocato a seguito della riunione di pochi giorni prima tenutosi a Roma presso il Ministero dell’Ambiente e aveva il senso di presentare delle proposte di bonifica condivise dal territorio .

Ma in quel incontro si fece molto di piu’, in funzione anche e soprattutto di quanto emerso a Roma al Ministero dell’Ambiente si andò a definire gli assi sui quali era possibile intervenire con le opere complementari sulle quali, pertanto ogni Amministrazione interessata avrebbe dovuto attenersi nella elaborazione delle proprie proposte.

Gli assi su cui si doveva lavorare erano i seguenti :

  1. Tutela delle acque

  2. Tutela delle specie animali

  3. Incremento del valore naturalistico, turistico, imprenditoriale, ricreativo e sociale ai fini dello sviluppo economico e sociale.

  4. Tutela dell’equilibrio idrogeologico

  5. Green economy dei territori montani con attivita’ di comunicazione, monitoraggio e sviluppo dell’energia pulita : monitoraggio delle realta’ a rischio inquinamento

All’epoca di questo incontro l’Italia doveva recepire 34 direttive UE, tra queste vi era quella che andava a finalizzare e vincolare le compensazioni ambientali.

Quell’incontro porto’ alla stesura di un verbale, che aveva l’intento di dimostrare al Ministero dell’Ambiente che il territorio aveva avviato un preciso percorso di collaborazione e di transazione su un importante argomento ambientale

Successivamente all’incontro del 31 maggio 2013, la Provincia, svolgendo il ruolo che le venne assegnato, informo’ con nota prot. 23348/Presidenza del 26 giugno 2013, i Comuni che aveva provveduto ad inoltrare al Ministero dell’Ambiente le varie proposte formulate dai singoli Enti Territoriali per una prima valutazione, precisando che si trattava di proposta che andava ad annullare quella a suo tempo formulata da Syndial S.p.A. in quanto non rappresentativa della volonta’ del territorio poiche’ non condivisa con quest’ultimo.

A marzo del 2014, venne notificato ai Comuni un ricorso presentato al Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte da Syndial S.p.A. per l’annullamento “……..del verbale della Conferenza di Servizi, ai sensi dell’art.14, comma 2, legge n°241 del 1990, convocata presso il Ministero dell’Ambiente in data 15 gennaio 2014; nonché di ogni atto presupposto, connesso o consequenziale, ivi compreso il provvedimento con il quale sia stata data esecuzione alle decisioni di tale Conferenza di Servizi, in particolare per la parte in cui le Amministrazioni riunite in conferenza confermano l’obbligo di progettare interventi sulle matrici ambientali delle aree esterne allo stabilimento della proprieta’ del ricorrente, in qualita’ di soggetto responsabile della contaminazione……….” .

Il ricorso inoltre faceva riferimento anche alla seguente importantissima parte della Conferenza di Servizi quando si affermava che :

“….nonche’, infine, per la parte in cui la Conferenza di Servizi ha ritenuto di dover precisare che l’attuazione delle proposte contenute nel documento Terms of Reference non escludono l’obbligo di Syndial di attuare, ai sensi della parte sesta del d.lgs n°152/2006, gli interventi di riparazione dei beni ambientali danneggiati dall’inquinamento…..”

Sono passati ormai oltre quattro anni e Noi Sindaci, non abbiamo piu’ avuto riscontri sull’argomento, un argomento di estrema rilevanza, ambientale ed economica per una parte significativa del territorio provinciale.

Sappiamo che la Corte d’Appello di Torino con sentenza n. 511 del 06 marzo 2017 ha definito il giudizio n. R.G. 1352/2009, avente ad oggetto la sentenza del Tribunale di Torino n. 4991 del 08.07.2008, parrebbe che nella sentenza la Corte ha ritenuto che durante la gestione 1990/1996 è stato immesso nell’ambiente una quantità di DDT non conforme, infatti pur non potendosi ritenere provata la violazione di limiti individuati dalla Legge Merli, parrebbe che risultavano comunque violati, anche in quel lasso di tempo, i limiti di quantità introdotta dal DPR 217/88 e dal D.Lgs 133/92. Tali declaratorie parrebbero che siano supportate dalla relazione del consulente (C.T.U.) nominato dalla Corte.

La sentenza della Corte d’Appello di fatto ha rivisto quella di primo grado riscrivendola parrebbe in modo strettamente radicale, principalmente sulle misure risarcitorie.

Anche il TAR Piemonte Sez. I in data 24 aprile 2018 al n. 476 ha emesso il provvedimento finale riferito alle adozioni delle determinazioni conclusive della conferenza dei servizi decisoria relativa al sito di bonifica di interesse nazionale di “Pieve Vergonte”, respingendo il ricorso perché infondato.

Si parla di ampliare i confini del nostro Parco Nazionale della Val Grande, si cerca di capire come gestire nel modo migliore le zone Z.P.S. che vincolano un territorio vasto della Provincia determinando una serie di problematiche ai nostri agricoltori e ad altre attivita’ produttive tipiche delle nostre zone, pero’ ci siamo dimenticati di affrontare nelle sedi opportune e in questo caso con il nostro interlocutore principale che e’ il Ministero dell’Ambiente un problema quale e’, parrebbe, la presenza di sedimenti lungo l’asta del Fiume Toce, il Lago di Mergozzo e la baia di Pallanza derivanti dal sito di Pieve Vergonte, ragionando in funzione dell’ultima sentenza della Corte d’Appello.

Alla luce di tutto quanto sopra, non possiamo, Noi Sindaci, espressione popolare di un territorio, troppe volte remissivo, non “pretendere” a gran voce di essere al piu’ presto ricevuti al Ministero dell’Ambiente al fine di avere delle chiare e precise notizie su questa importantissima vicenda, ricordandoci che i danni ambientali sono stati subiti dai nostri territori e che e’ nostro diritto a tutela e nell’interesse dei cittadini che rappresentiamo chiedere la riparazione dei danni, che non può essere rivolta a pochi Comuni, ma deve coinvolgere tutti i territori interessati.

Sicuramente, non dovremmo accontentarci di un incontro tecnico a Roma, ma al tavolo dovranno sedersi i nostri Parlamentari recentemente eletti e un rappresentante autorevole politico del Ministero, appena eletto il nuovo Governo, per capire quali azioni vorrà intraprendere, o ha già intrapreso, il Ministero dopo la Sentenza della Corte d’Appello del 06 marzo 2017.

Propongo pertanto ai soggetti in indirizzo una riunione preliminare che potremmo tenere a Premosello-Chiovenda nella sala Consigliare, al fine di condividere una strategia comune per richiedere l’incontro presso il Ministero dell’Ambiente a Roma”.