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VCO -06-03-2020 -  Il Governo ieri sera

ha comunicato che non si voterà per il referendum costituzionale del 29 marzo e ha rinviato a data da destinarsi. Ma è davvero così? Ce ne parla l’avv. Carlo Crapanzano

Il Governo ieri sera ha comunicato che non si voterà il 29 marzo e ha rinviato a data da destinarsi. Quando si potrà votare allora per il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari?
Beh si voterà, ma non certo a data da destinarsi. Ci sono dei vincoli legislativi che non sono rinviabili. La norma di riferimento, in questo caso, è l’art. 15 della Legge 352/1970. Tutto parte dall’ordinanza di ammissione del referendum costituzionale.

Quando è stata emessa l’ordinanza di ammissione?
L’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione ha ammesso il referendum il 23 gennaio 2020. Da quella data, entro sessanta giorni, il Presidente della Repubblica doveva emettere, dopo la deliberazione del Governo,  il decreto che fissava la data del referendum. In effetti, Il Governo ha deliberato il 27 gennaio e il decreto di Mattarella è del 28 gennaio. Da quel momento, si doveva votare in una domenica compresa tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo e il decreto del 28 gennaio ha infatti fissato la data del 29 marzo 2020.

Ma il Governo può rinviare la data del referendum?
Assolutamente no. Né sostanzialmente né formalmente. Il referendum è indetto con Decreto del Presidente della Repubblica e solo Mattarella può revocare la data del 29 marzo.

Pensa che il Presidente della Repubblica revocherà il referendum?
Il Presidente della Repubblica non può revocare il referendum. Può semmai revocare il proprio decreto  del 28 gennaio che aveva fissato la data del 29 marzo per il voto, e poi emettere un nuovo decreto con una data diversa e successiva, ma anche qui ci sono dei vincoli.

Quali sono questi vincoli?
Ci sono procedure che devono tassativamente essere osservate. Ammettiamo che Mattarella revochi il decreto che ha fissato la data del referendum al 29 marzo (e credo lo farà). Nel momento in cui revoca il decreto, comunque è la data del 23 gennaio (ammissione del referendum in Cassazione) che dobbiamo tenere presente come punto di partenza. Significa che il nuovo decreto di Mattarella che fissa la nuova data del referendum deve essere emesso al massimo entro il 23 marzo 2020 e sempre dopo una nuova deliberazione del Governo.

Se così avvenisse, quando si potrebbe votare?
Se e quando Mattarella, al massimo entro il 23 marzo 2020, avrà emesso il decreto che fissa la nuova data (e dopo aver revocato il proprio decreto del 28 gennaio), allora si potrà votare in una domenica compresa tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo. Secondo i miei calcoli, l’ultima data utile non superabile è domenica 31 maggio 2020. Si potrà votare prima, ma non oltre il 31 maggio 2020. Ovviamente il Governo potrebbe emettere momentaneamente un decreto-legge che modifica l’art. 15 della Legge 352/1970 e inserire termini totalmente nuovi, ma non credo il Presidente della Repubblica accetterebbe mai di emanare un decreto del genere. Vedremo.