PIEMONTE_09-05-2021-- Una gita di inizio marzo viene oggi percorsa in senso contrario, con la piacevole variante di un aperitivo sostanzioso a San Lorenzo e quella, ancor più piacevole, di risparmiare la “botta” finale della risalita da Gabbio a Monteossolano. Per rispettare l’arancione che ci affligge si sviluppa la fantasia.
GITA N. 36 – O 24 BASSA VAL BOGNANCO: 2° ATTO
APRILE 2021
Dislivello: 900 m. Tempo totale: 5 h 30'.
Nella speranza che dalla prossima settimana si riacquisti la libertà di scegliere escursioni anche fuori dal proprio territorio comunale, parcheggio per l’ennesima volta a Monteossolano, 784, insieme alla mia accompagnatrice ormai abituale, la piccola Asia. Bella giornata, con temperatura ottimale per camminare. Salutiamo amici che ormai ci considerano “di casa” e attraversiamo il paese, avviandoci in direzione di Bognanco. In piano e poi in leggera discesa raggiungiamo l’oratorio del Dagliano, 720.
La mulattiera scende ancora per attraversare, sul ponte romanico, la profonda forra del rio e risale con stretti tornanti sul ripido versante occidentale del vallone. Arriviamo al bivio per l’Alpe Agrello, 785, ma teniamo la sinistra e scendiamo a Ca’ Monsignore, 724. La discesa prosegue e raggiungiamo il ponte sul Rio Rasiga, che una volta chiamavamo Rabianca. L’acqua qui scarseggia sempre, ma non è per la siccità. Risaliamo per poche decine di metri fino al bivio per Valpiana, ma teniamo ancora la sinistra ed iniziamo la discesa verso Bognanco Fonti, incrociando nell’ultimo tratto le rovine della strada che avrebbe dovuto raggiungere Valpiana nei primi anni duemila. Dopo un’ora e venti minuti dalla partenza siamo sulla strada all’ingresso del paese.
Incontriamo un amico che ha, più o meno, lo stesso programma escursionistico mio e di Asia e proseguiamo insieme. Passiamo a salutare il signor Mella nel suo negozio, dove è in allestimento una ricca enoteca. Provo una grande ammirazione per chi crede con determinazione e coraggio nel futuro della sua valle. Risparmiamo un po’ di asfalto passando, nei pressi della chiesa, lungo scalette, forse anche private, che ci riportano sulla strada in prossimità dell’albergo Croce Bianca, adesso pub pizzeria. Di qui parte il bellissimo Sentiero del Paese Cantato, pulito, ben tracciato, fiancheggiato di semplici opere d’arte in ferro e legno, di massime di saggezza popolare. Arriviamo alla frazione Boco, 890, dove incontriamo il Sentiero dei Proverbi e l’Ecomuseo della Val Bognanco. E’ stupendo: un misto di pulizia e ordine svizzeri con genialità e fantasia italiane, un insieme di piccole opere d’arte popolare, tanto sole, bel panorama, tranquillità e pace fuori dalle rotte troppo battute dai montanari della domenica (quelli del picnic a tre metri dall’auto e dei rifiuti lasciati lì). Rapidamente saliamo a Bacinasco, 950, e qui l’amico propone un aperitivo a San Lorenzo, pochi metri più sopra (un’ora scarsa da Bognanco).
Ai bicchierini di Arneis viene proditoriamente abbinata una “merendina” nostrana. Un amico di passaggio contribuisce alla nostra reidratazione con il superbo bianco piemontese. Ed è così che il veloce aperitivo si prolunga per un’oretta e riprendiamo a salire per smaltire le calorie impreviste. La più contenta è Asia che si mangia il mio bel panino con mortadella di Bologna. Con percorso più o meno libero, di fianco alla strada, saliamo all’altezza del piazzale di Graniga, dove un bel sentiero prosegue sulla destra, parallelo alla strada per San Bernardo, ma più in basso. Incontriamo delle baite e qui ci sono dei cartelli segnaletici in legno che indicano direzione e tempi per raggiungere Devero, Crampiolo, Scatta Minoia, ecc…..
Dico davvero (vedi foto), non è colpa dell’Arneis. Domanda: è uno scherzo che potrebbe anche far sorridere gli indigeni, ma uno che si trova qui per la prima volta, senza cartina e non conoscitore dei luoghi, cosa potrebbe pensare? Sicuramente ci sono scherzi molto più simpatici. Ritorniamo sulla strada poco prima del tornante sotto il maestoso viadotto. A proposito, guardando da sotto un’opera costruita negli anni settanta, o anche prima, si osserva come allora si lavorasse con serietà: i viadotti della V(vergognosa)S33 e tanti altri più recenti di questo ce lo confermano. Qui, quota 1170, parte una strada sterrata sulla destra che scende dolcemente fino all’Alpe Croppo Sopra, 1058, (un’ora e un quarto da San Lorenzo).
Prosegue la discesa fino a Mulera e all’Oratorio di San Giuseppe, 913, Piodellate, 838, Valpiana, 767, e il ponte sul Rio Rasiga, 650, dove chiudiamo l’anello odierno (un’ora). Risaliamo a Ca’ Monsignore, 724, e al bivio per Agrello, 785. Ridiscendiamo ad attraversare il Rio Dagliano e risaliamo a Monteossolano (un’ora). Il caffè dai nostri amici conclude degnamente la giornata. Le tre ore di cammino dopo l’aperitivo riportano il tasso alcolico sotto lo 0,50 e mi posso mettere tranquillamente alla guida.
Gianpaolo Fabbri