
DOMODOSSOLA- 05-01-2016- Dal Movimento Nuova Autonomia arriva
un monito ai partiti di difendere davvero Domodossola e l'Ossola. Il movimento fondato da Bernardino Gallo analizza poi la situazione dei punti nascite in relazione ai recenti e tragici fatti di cronaca: “Noi di Una e le prossime liste civiche a Domodossola- scrive Bernardino Gallo- siamo gli unici che ci battiamo seriamente per la difesa delle Periferie, l'arresto del loro declino e le iniziative per un rilancio nonostante il quadro socio economico molto difficile; nel nostro caso Domodossola e l'Ossola. Altri fanno solo chiacchiere e convegni sulla montagna che continua a spopolarsi e impoverire e hanno proposte che sono calate dall'alto e peccano di neo centralismo. Solo Papa Francesco, scusate il paragone ardito, si batte per tutte le periferie del mondo sin dall'inizio del suo pontificato. Oggi parliamo ancora di sanità anche se alla nostra attenzione vi saranno una pluralità di problematiche che affronteremo e costruiremo con la gente e per la gente.
Dopo le recenti tragiche morti per parto avvenute di recente in vari ospedali si è sollevato un polverone di dichiarazioni anche contraddittorie. Queste morti recenti sono avvenute in ospedali non piccoli e con numero di parti che dovrebbero garantire la qualità e in regioni non del sud dove il fenomeno è maggiore di quelle del nord. Il fatto che non siano avvenuti in piccoli punti nascite ha spiazzato i sostenitori del centralismo bieco e indifferente di chi abita nelle periferie. Cerchiamo di fare un minimo di chiarezza. Noi abbiamo sempre convenuto che il numero degli interventi sia importante per mantenere alta la qualità , anche se è un dato grezzo e siamo stati anche contrari alle eccezioni sic et simpliciter di consentire l'esistenza di punti nascite al di sotto dei mille parti annui fino a scendere a cinquecento, sostenendo che nelle periferie sia necessario garantire la qualità come nelle aree urbane. Su questo principio, qualche anno fa, lanciammo l'idea dell'integrazione degli operatori del primo livello, (il nostro), con quelli del secondo più completi. Questa nostra idea ha fatto breccia, ma solo in parte e in modo non eccessivamente congruente, con iniziative recenti che non hanno avuto seguito nelle singole regioni e nemmeno nell'organo di raccordo Stato Regioni. Aggiungiamo che tale principio lo avevamo esteso a tutte le attività chirurgiche in quanto riteniamo che alle periferie debbano essere assicurati servizi, che definiamo di base, di assoluta qualità oltre a quelli relativi all'urgenza ed emergenza. Su questi ultimi aspetti evidenziamo che vi sono molti casi e in varie patologie, nei quali è necessario intervenire tempestivamente e che le scelte centralistiche del pensiero dominante non è in grado di assicurare se non con chiacchiere. Rammentiamo che in casi come l'infarto e l'ictus sia assolutamente necessario intervenire in tempi ristretti e che, per quanto riguarda il parto, il distacco della placenta rappresenta un'emergenza ostetrica assoluta che solo punti nascite collocati in aree decentrate come l'Ossola possono garantire. Concludiamo rammentando la nostra coerenza di esserci sempre battuti non tanto e non solo per il mantenimento del punto nascite, ma per il Dea completo al San Biagio. Molti che difendevano sostanzialmente solo il punto nascite e intervenivano sopra le righe nei vari presidi a Domodossola e nelle manifestazioni in occasione delle quali avevano tentato di impedirci anche di parlare e non essendoci riusciti disturbarono, sono tutti o spariti o hanno cambiato idea, supponiamo per mero carrierismo o gretto conformismo. Noi andremo avanti soprattutto se la gente ci darà il loro consenso”.


