CAMBIASCA- 13-02-2022-- Torniamo sui monti del Verbano perché in Ossola c’è già un po’ di neve a quote relativamente basse e perché ai margini meridionali del Parco Nazionale della Val Grande si possono inanellare bellissimi percorsi, con grande varietà di lunghezze e difficoltà. Il tutto anche se ANAS fa di tutto per tenerci lontani.
GITA N. 61 O 24 MONTE SPALAVERA
NOVEMBRE 2021
Dislivello: 1000 m. Tempo: 6 h. Sviluppo: 19,7 km.
Con la guida sempre attenta ed esperta degli amici di Verbania torniamo sulle alture del loro bellissimo entroterra, su un percorso che ricalca in parte quello della scorsa settimana. In tre caliamo dall’Ossola lungo la sempre vergognosa Statale 33 verso le consuete code mattutine per entrare nel nostro capoluogo di provincia.
Ci consola, ma non troppo, il fatto che noi andiamo a divertirci (si fa per dire), mentre gli altri tribolano per andare a guadagnarsi la michetta. Al campo base di Cambiasca ci aspetta la nostra fortissima signora con le due guide indigene di oggi. Minimizziamo, come sempre, il numero di auto e saliamo ad Aurano, 700, nel comodo parcheggio a ingresso paese.
Oggi il sole, contrastato raramente da qualche nuvoletta dispettosa, renderà sopportabile l’aria frizzante che ci fa parlare di “primo freddo”. Saliamo attraverso il paese, tenendoci sulla destra, e seguiamo il sentiero che, più in alto, a quota 880, attraversa la strada asfaltata per Segletta e Piancavallo.
La attraversiamo nuovamente a Case Cappelli e la incontriamo ancora a Corte Giovanoli, seguendola ora fino alla stazione di valle della zipline a Segletta, più paese che alpeggio. A Corte Giovanoli, sulla destra del sentiero, incontriamo un’area con arnie, depositi di materiale e piccoli capannoni “artigianali” che tolgono quel qualcosa di svizzero o alto-atesino regnante in questi luoghi bellissimi. A quota 1020, alle ultime case di Segletta, in corrispondenza di un tornante, imbocchiamo una sterrata pianeggiante verso nord est che poco dopo diventa sentiero ed entra in una bellissima faggeta. Il sentiero è indicato come R15a. Passiamo da località Comuni, 1047, e, poco oltre, scendiamo ad attraversare, su un comodo ponticello, il rio Calpera. Breve risalita e, a Corte dei Ratti, 1047, teniamo la destra e passiamo attraverso le baite. Poco più in alto, ai 1097 dell’Alpe Pianà di Calpera, ci viene concessa una rapida colazione. Proseguiamo, sempre nei faggi, in morbida salita fino a Colle, 1238 (due ore e un quarto).
Dal piazzale imbocchiamo una pista che sale verso destra ed effettua, quasi in piano, un semiperiplo del Monte Spalavera. A Pian d’Alpe, 1320, iniziamo a risalire, quasi in presa diretta, il versante nord su bel sentiero e, dopo un’ora da Colle, siamo in vetta, 1534. Il panorama è stupendo, la sosta breve, la vetta già “occupata” e l’aria frizzante. A sud nebbie vaganti, qui il sole non ci tradisce, per ora.
Quasi di comune accordo, si decide di prolungare il percorso, non ripassando da Colle, ma scendendo a Pian d’Arla, 1307, in direzione sud ovest con percorso libero, fra prati e felci fortunatamente non rigogliose ( tre quarti d’ora). Pranziamo al fresco alla stazione di monte della zipline. Seguendo il sentiero evidente riprendiamo la discesa, passando dall’Alpe Scarnasca ed attraversando una proprietà privata che si trova lungo il percorso per evitare l’errore della settimana scorsa. Si attraversa una bellissima faggeta, si scende ad attraversare il torrente su un piccolo, bellissimo ponte romano e si risale a Corte Laveggio, 1037, che fa parte dell’alpeggio di Calpera (un’ora).
Dopo un buon caffè nella baita della nostra badante riprendiamo la discesa e, a Corte Sotto di Calpera, 1025, imbocchiamo il sentiero più diretto per Aurano, sulla destra, che scende decisamente. Attraversiamo sul ponticello romano il torrente e proseguiamo, quasi in piano, fino ad incrociare a Corte Giovanoli la strada che sale a Segletta. Attraversiamo, costeggiamo l’area “poco svizzera” a lato del sentiero e, dopo un’ora, siamo al parcheggio di Aurano, sul far della sera.
Gianpaolo Fabbri.