PREMOSELLO- 13-03-2022-- Le aspre montagne che dominano a nord Premosello Chiovenda costituiscono uno degli ingressi alla ancor più aspra Val Grande. Salendo lungo questi ripidi sentieri si aprono da est a ovest panorami impensabili per chi resta a passare il proprio tempo libero nei bar del fondovalle. Il gruppo del Rosa da qui offre una delle sue versioni più spettacolari. Come siamo fortunati noi che viviamo in questo meraviglioso territorio ed amiamo la montagna!
GITA N. 65 O 24 La Colla
GENNAIO 2022
Dislivello: 1000 m. Tempo: 3 h 15' (+ un’ora).
La Befana ci fa spostare la gita al venerdì. Chi ha la libera uscita solo al giovedì oggi non c’è. Manca anche la nostra badante e siamo allo sbando. E poi ci guida un accompagnatore taroccato come la Ferrari costruita in Cina. Devono solo sperare i tre anziani che si trovano in ora quasi tarda a bere un caffè con green pass in un bar di Premosello Chiovenda.
Il cielo è un po’ velato, ma è l’ennesima giornata bellissima, alla faccia della neve. In auto superiamo Colloro e parcheggiamo vicino alle opere di presa della centrale idroelettrica della Pro Colloro, a quota 600 circa. Qui la strada asfaltata si divide fra quella per l’Alpe Lut e quella per Capraga. Diretti verso Lut, superiamo il Rio del Ponte e imbocchiamo quasi subito il sentiero sulla sinistra, che sarà sempre evidente.
Dopo tre quarti d’ora ad alto rendimento nel bosco bello ripido arriviamo all’alpeggio Ai Curt, 963. Prima breve pausa e cominciamo ad apprezzare il grandioso panorama di cui si può godere da qui. Comincia a spuntare in lontananza anche il Rosa. Un cartello indicatore per sky runner ci dice che per percorrere i prossimi 450 metri di dislivello occorreranno quaranta minuti. Un’altra mezz’ora e siamo a Corpic, 1156.
Sull’aspro versante a nord seguiamo con ammirazione le evoluzioni quasi alpinistiche di quattro camosci, con il commento competente di un ex cacciatore che ci spiega qual è il maschio, che età potrebbe avere e a che età potrebbe arrivare, trovandosi fortunatamente dalle parti del Parco della Val Grande. L’ultimo strappo ci porta in mezz’ora all’Alpe La Colla, 1406, la meta odierna dichiarata, ma c’è il trucco.
Un sentiero evidente, ricavato su un versante che sembrerebbe frequentabile solo da camosci e sestogradisti, si dirige a nord ovest verso l’Alpe Curtet e la Bocchetta del Saler. Perché non percorrerlo almeno in parte, visto che è presto, siamo in buona forma e di qui passavano una volta anche le vacche? E così, con percorso ondulato e baratri alla nostra sinistra, lo seguiamo per un tratto, alzandoci di circa cento metri.
Con saggezza torniamo a La Colla e mettiamo qualcosa sotto i denti. La seconda idea malsana della guida odierna è quella di scendere dalla parte opposta rispetto alla salita, all’Alpe Lut, verso il vallone che sale alla Colma di Premosello. Siamo in ombra su un prato e poi nel bosco. E’ tutto molto ripido e il terreno è gelato.
Dopo qualche decina di metri protesto e torno sui miei passi, seguito dagli altri, con le rimostranze poco convinte della guida taroccata. Le due varianti ci hanno portato via circa un’ora. Lungo il sentiero di salita torniamo alle auto in un’ora e mezza e, nel bar di Premosello, commentiamo con un certo sarcasmo le idee bizzarre del nostro accompagnatore, che probabilmente verrà esonerato da futuri incarichi.
Gianpaolo Fabbri