CRODO- 21-05-2023-- Deccia è uno degli alpeggi più belli dell’Ossola. Servita da una strada ben inserita nel suo splendido ambiente, come dovrebbero essere tutte le strade di montagna, e dominata dal Corno del Cistella, offre bellissimi panorami a chi passa di lì d’estate e d’inverno. Alla ricerca di una gita facile e tranquilla, ci siamo tornati.
GITA N. 118 O 24
DECCIA
MAGGIO 2023
Dislivello: 850 m. Tempo: 4 h.
Al parcheggio del Carrefour di Domodossola mi affido subito al medico di servizio e a ben due badanti per iniziare in sicurezza la giornata. Non è prevista pioggia, ma oggi di sole ne vedremo ben poco. Passiamo da Mozzio e Viceno e, lungo la strada per Cravegna, parcheggiamo subito dopo il ponte sull’ex torrente Alfenza, quota 850. Anche qui la longa manus dell’Homo Idroelettricus.
Nel grande spiazzo c’è anche un deposito di legname. Ci troviamo con il nostro presidente, alla seconda uscita consecutiva. Qui parte la strada per Deccia. Nella parte iniziale non c’è sentiero e la si percorre, si oltrepassa la sbarra e si raggiunge un bivio in corrispondenza di Longio (Lonsc). Teniamo la destra e, sempre sull’asfalto, arriviamo ad Aulusc, 1075. Incrociamo il sentiero H01x che sale da Cravegna e lo seguiamo, tagliando i tornanti della strada fino ai bellissimi prati di Paù, 1280, dominati dal Corno del Cistella.
Camminiamo da un’ora e il presidente ci concede una pausa. Sempre sul sentiero passiamo da belle baite ed apprezziamo la solita vasca da bagno che, però, è resa presentabile dal rivestimento esterno in sasso. Attraverso il bellissimo bosco, incrociando una volta sola la strada asfaltata, raggiungiamo le prime baite di Deccia, 1610, dopo poco più di tre quarti d’ora. Una vasca da bagno non rivestita ci riporta bruscamente alla realtà, dopo che quella incontrata più in basso ci aveva illusi.
Magra consolazione è l’averne viste anche in alcuni alpeggi della vicina Confederazione. E’ presto, s’intravede qualche raggio di sole, il luogo è stupendo, non siamo stanchi e saliamo in un quarto d’ora fino alle baite più in alto, quota 1694. Qui ci godiamo la genialità delle costruzioni addossate ad un grande masso che fa da parete e da tetto alle baite, nei pressi della simpatica “Via Barbera”.
Non trovando “Via Grignolino” ci fermiamo per il pranzo, mentre un’arietta frizzante da nord ci ricorda che non è ancora estate. Il masso spiovente che fa da tetto ha anche un sistema di raccolta dell’acqua piovana e c’è un ripostiglio perfettamente sagomato addossato alla parete di roccia. Per fare tutto questo non ci vuole solo tempo, ma anche ingegno e capacità. Complimenti al maestro artigiano!
Qualche foto vicino a una cappella e iniziamo la discesa. Incontriamo subito uno dei nostri prestigiosi medici, reduce da un brutto infortunio sciistico, che è in fase di recupero e sale accompagnato da due leggiadre assistenti. La sua è una spedizione internazionale: anche oltre oceano conoscono le bellezze di Deccia!
Dopo un’ora ripassiamo da Paù e poi da Aulusc, dove incrociamo la strada. Invece di percorrerla come al mattino, restiamo sull’evidente sentiero H01x che, più in basso, incrocia il G11. Questo ci porta a Campieno, frazione alta di Cravegna. Teniamo la destra e, lungo la strada provinciale 73, in pochi minuti torniamo alle auto (meno di un’ora da Paù). Ci congediamo dal presidente, nella speranza di poter camminare ancora con lui quanto prima.
Gianpaolo Fabbri