PIEMONTE- 21-05-2023-- Spesso considerati come una copia dei Beatles, ovviamente prendendo ispirazione da loro, gli Zombies riuscirono secondo me a superarli quantomeno nell'estetica, nella produzione, musicalmente e anche liricamente.
Odessey and Oracle è l'apoteosi del pop psichedelico degli anni 60, dove ogni aspetto delle correnti pop si unisce in un album che sfiora la perfezione. Prendendo ispirazione dai più dolci sentimenti della vita, questo disco è immancabile nelle orecchie di chi ama gli anni 60.
L'amore fraterno della traccia introduttiva, "Cell of 44", con un piano molto bambinesco e semplice, narra del ritorno a casa di un carcerato, tema insolito ma che funziona benissimo.
"Beachwood Park" è un delirio agrodolce che coccola le nostre orecchie con delle melodie indimenticabile e un ritornello strappalacrime.
Il capolavoro dell'album è probabilmente "Hung Up On A Dream", forse un pezzo che parla dell'ispirazione stessa, della chiarirà mentale, del risveglio interiore, la semplicità di una felicità religiosa, sacra e personale, semplicemente surreale lo stato di grazia degli Zombies nella scrittura del pezzo.
"Butcher's Tale" è una canzone contro la guerra, il punto più oscuro dell'album, è l'assassinio in prima persona dell'uomo, un dolce miele sanguinante rarefatto nelle atmosfere dell'organo e il canto straziante.
"Time Of The Season", il loro pezzo più famoso, va a chiudere l'album con una sensuale atmosfera a ritmo di basso e respiri molesti, per poi sfociare nell'iconico ritornello che ha regalato agli Zombies una fortuna.
Nel 1968 questo album va praticamente a chiudere la cerchia della psichedelia pop, inserendo gli Zombies tra i giganti del genere quali i Beatles, i primi Pink Floyd, i Kinks, i Beach Boys...magari non innovando quanto questi ultimi ma eccellendo in molti altri aspetti che rendono Odessey and Oracle uno degli album più curati, riusciti, concreti e semplicemente belli degli anni 60.