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PIEMONTE- 24-09-2023-- "A Night At The Opera" fu rilasciato nel 1975 e molto velocemente scalò le classifiche con il singolo Bohemian Rhapsody, che a detta di moltissimi potrebbe essere descritto come "un pezzo che rimane per sempre nella storia del rock per le sue innovazioni e ispirazioni"; questa frase è sbagliata sotto tutti i punti di vista.

"Death On Two Legs", pezzo pieno di rabbia, chitarre accattivanti e cori prevedibili, narra dell'epopea dei Queen con la loro ex etichetta discografica, dove Freddie Mercury ci grazia con delle perle come "You're just an overgrown school boy", "You're jst a hot aired balloon" e la preferita della redazione: "And now you can kiss my ass goodbye".

"Death On Two Legs" ha delle idee interessanti, ma la mancanza di un vocabolario esteso e di una scrittura un minimo creativa fa di questo pezzo (come di tutto l'album) un noioso e piatto rumore.
"I'm in love with My Car", interpretata dal batterista Roger Taylor, offre un fresco hard rock con un'interessante scelta vocale, ma ancora una volta la struttura della canzone è più che prevedibile e le sonorità non sono altro che riprese da altre band leggendarie contemporanee o precedenti ai Queen, che di loro han messo davvero poco. "Told my girl I have to forget her, rather buy me a new carburetor" è la frase emblema del pezzo.

"You're my best friend", più di altri pezzi dell'album, è un pezzo scritto dal denaro che evidenzia una certa decapitazione creativa. La scrittura incredibilmente pigra e blanda non fu una scelta artistica bensì monetaria, ancor di più il mantra di frasi fatte che è un po' il filo conduttore dell'album.

Non c'è nulla di male se un testo è semplice, ma un bambino delle elementari saprebbe sicuramente usare quelle semplici parole in modo migliore, senza farle sembrare uno slogan già presente in migliaia di canzoni.

Il pezzo peggiore dell'album, "Sweet Lady", non saprei come descriverlo perché più di una riga sarebbe "overthinking".

"The Prophet's Song" prova a fare punto e croce con lo studio incollando vari spezzoni un po' "a caso", un pezzo che probabilmente appartiene alla sfera del "Rock Regressivo", anni luce indietro tecnicamente, creativamente, idealmente, liricamente, a molti colleghi del presente e passato. Il fondo viene toccato con la parte centrale del brano cantata a cappella da Freddy Mercury, un paranoico mal di testa che fa quasi pena, uno dei momenti più lunghi della mia vita da ascoltatore, che culmina poi nel finale con l'ennesimo assolo di Brian May.

"A Night At The Opera" è il classico album "fast-food" ripieno di classicismi ridondanti e accattivanti dell'epoca, senza neanche una goccia di personalità e, soprattutto, arte. Parlare bene dei Queen è disinformazione, soprattutto nel 2023.

Gianvittorio Bentivoglio