FORMAZZA- 07-01-2024-- Un’escursione del 2014 in Val Formazza, una classica sopra i tremila, ben conosciuta anche al di fuori dell'Ossola. L'impossibilità di utilizzare la strada che costeggia il lago di Morasco allunga di circa mezz'ora un percorso già lungo, ma il caos normativo sull'uso delle strade di montagna non è una novità. Il tratto finale richiede la giusta attenzione, anche se le descrizioni sul web spaventano inutilmente.
GITA N. 26
PUNTA DEI CAMOSCI O BÄTTELMATTHORN - SETTEMBRE 2014
Dislivello totale: 1400 m. Tempo totale: 6 h 25'. Sviluppo totale: 15,45 km.
Bella giornata sul far dell'alba, ma seguiranno nuvole, vento freddo e pioggia nell'ultima ora. Siamo in dodici, con una signora per la prima volta nel gruppo, ma già in grado di “dar birra” a tutti. L'accompagna Nebbia, un vivace cagnolino amico di tutte le marmotte dell'alta Formazza.
Le auto restano sulla piana di Riale, quota 1743, per evitare sgradevoli contravvenzioni, anche se, al ritorno, incontreremo i soliti furbastri, o “amici degli amici...”, che costeggiano beatamente il lago di Morasco su quattro ruote. Dopo un’ora e un quarto siamo nella maestosa piana di Bettelmatt, 2098, che dà il nome al celebre formaggio ed è uno dei sette alpeggi dove è prodotto quello doc.
Ce la siamo presa, fin qui, con tutta calma, in attesa di un amico che oggi tarda a trovare il giusto assetto. Sempre diretti a nord, alla fine del grande pianoro imbocchiamo il bel sentiero, frequentato anche da mountain-biker, che ci porta in un'ora al Passo del Gries, 2469, sul confine svizzero. Qui sostiamo per la colazione in prossimità della cappella – rifugio edificata nel 1964 ad opera dei superstiti della tragedia del 28 – 29 dicembre 1953, allorché trovarono la morte tre giovani scout.
Erano diretti, con il loro gruppo, alla Capanna Corno, ma furono sorpresi da un'imprevista, violenta tormenta che li costrinse a pernottare all'addiaccio proprio in quel luogo. L'anno scorso la struttura è stata completamente rifatta grazie ad una proficua collaborazione fra gruppi scout di Milano e Comune – CAI di Formazza.
Riprendiamo il cammino, sempre più convinti di quanto rispetto esigano, in ogni momento, questi splendidi monti. Imbocchiamo in direzione sud – ovest il sentiero Castiglioni, che porta al Rifugio Città di Busto. Lo lasciamo, dopo circa mezz’ora, per salire verso destra in direzione di un ometto sulla cresta della Punta dei Camosci.
Seguiamo la traccia sempre più ripida, poi attraversiamo verso sinistra e imbocchiamo un ultimo tratto, quasi pianeggiante, che porta in vetta, sempre sul confine, a quota 3044. Un’ora e mezza dal Passo Gries.
L'ultimo tratto, su terreno friabile, richiede attenzione, ma parlare di forte esposizione, come in alcune descrizioni sul web, crea inutili allarmismi. Certamente, in caso di neve o brutto tempo, è tutta un'altra storia. Dedichiamo un quarto d'ora al magnifico panorama che ci circonda, nonostante si stia rannuvolando e soffi un venticello freddo. Si ridiscende sullo stesso percorso di salita fino a ritrovare l'evidente sentiero Castiglioni.
Svoltiamo a destra e seguiamo il bel sentiero attrezzato e rimesso a posto di recente fino al Rifugio Città di Busto, 2480. Poco più di un’ora dalla vetta. Qui ci ha preceduti una staffetta che ha prenotato una robusta spaghettata, preparataci dallo staff dell'inossidabile Marco, grande e storico custode di questo bel rifugio. Una squadra sta, nel frattempo, ultimando la sistemazione del sentiero che sale da Bettelmatt. Ne approfittiamo, esaurite le abbondanti scorte di spaghetti di Marco, chiudendo l'anello all'alpe del formaggio (mezz’ora). Un'altra ora, in parte sotto la pioggia, e siamo al parcheggio.
Gianpaolo Fabbri