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solitudine disagio

S.M.MAGGIORE-05-04-2016- “Non sentirti solo, la soluzione c’è sempre. Parliamone”. Questo il messaggio che lanciano ai coetanei i ragazzi delle scuola A. Testore di Santa Maria Maggiore.

Il progetto ha coinvolto in via sperimentale nove classi, 150 ragazzi e una decina di insegnanti. Il lavoro si è articolato in una serie di step successivi: in una prima fase di discussione in classe si è voluto stimolare la riflessione sul fenomeno e sul modo in cui viene vissuto e affrontato dai giovani nel loro ambiente di vita e di scuola. Ad essa ha fatto seguito una serie di incontri con insegnanti, esperti che hanno fornito anche informazioni giuridiche e spiegato l’illegalità di certi comportamenti.

Infine gli studenti si sono messi al lavoro e hanno elaborato filmati, Power Point e lo slogan di una campagna pubblicitaria con l’obiettivo di trasmettere ai loro coetanei, soprattutto quelli più giovani, un messaggio forte e chiaro sul bullismo, per aiutarli ad avere maggior consapevolezza del problema dimostrando loro che una soluzione c’è sempre.

Autostima e autodifesa sono le prime risorse a nostra disposizione .

L'“epidemia silenziosa”, così gli americani hanno definito il bullismo. E proprio come un'epidemia esso miete giovani vittime ogni giorno, dalle elementari all'università.

Il 52,5% dei giovani, stando ai dati Istat di fine 2015, è vittima di violenze verbali, psicologiche e fisiche, che nel 33% dei casi sono frequenti. Le più colpite sono ovviamente le ragazze, specie nella fascia d'età 11-13 anni (22,5%) e residenti al Nord. Una piaga che ha trovato un'incredibile cassa di risonanza con il web, dove le ragazzine colpite raggiungono il 7,1% contro il 4,6% dei ragazzi. Il cyberbullismo si manifesta in mille modi, che vanno dal semplice soprannome dispregiativo, all'insulto, fino alla diffamazione. L'ultimo caso, ci riporta dritti al Medioevo, con una ragazzina di 12 anni accusata di portare sfortuna. Ma non va meglio in strada e a scuola, se è vero che il 16,9% dei giovani tra gli 11 e i 17 anni è rimasto vittima di aggressioni e il 10,8% di azioni indirette, prive di contatti fisici.

Comportamenti sottovalutati, che esprimono un malessere sociale profondo che coinvolge sia le vittime che gli aguzzini, che produce e rivela insicurezza sociale e depressione, con conseguenze devastanti, talvolta irreparabili come dimostrano tanti suicidi di adolescenti degli ultimi anni.

Il progetto, al quale i ragazzi hanno partecipato con entusiasmo, è il frutto di una sinergia positiva tra i soggetti promotori, che ha permesso di dar vita a un programma educativo partendo dal presupposto che i messaggi creati dai giovani per i giovani sono più efficaci e credibili. Non a caso sono stati utilizzati in gran parte strumenti multimediali che oggi rappresentano i mezzi di comunicazione preferiti dagli adolescenti.

“Sbulloniamo la valle” è un progetto che ha fornito ai ragazzi la conoscenza delle tecniche di problem solving applicabili anche in altri contesti, per giungere a soluzioni condivise, per sentirsi uniti, per valorizzare le singoli parti di questa magnifica Valle.

“Nonostante l’attività proposta quest’anno in modo sperimentale in tutte le classi sia ancora nelle fasi iniziali di svolgimento – precisa il Dirigente Scolastico Prof. Claudio Chiodini – si prevedono utili collegamenti con l’apprezzato “Sportello di ascolto psicologico” condotto dalla dottoressa Claudia Pianca. Entrambe le iniziative vogliono rappresentare un segno tangibile di attenzione che la scuola vuole garantire nei confronti delle problematiche individuali e di gruppo che caratterizzano la crescita dei giovani studenti nella delicata fascia d’età compresa fra gli 11 e i 14 anni”.