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VERONA- 19-01-2017- L'ultima operazione è finita sui giornali,

una mano “sguantata” di un operaio era finita tra due rulli meccanici, che l'avevano inghiottita staccando tutta la pelle ed i vasi capillari dal dorso, erano rimaste solo le ossa, alcune fratturate, ed i tendini, e che è stata interamente ricostruita, vaso dopo vaso, lembo dopo lembo. A realizzare l'intervento è stato Leone Pangallo, domese di 48 anni, dirigente medico nell’unità operativa di Chirurgia della mano al policlinico di Borgo Roma, insieme ai due assistenti Alessio Iudica e Alessandro Ditta: “Lo “sguantamento”- spiega Pangallo, che è spesso nella sua città natale, dove ogni due settimane riceve nel suo studio presso Fisiodelta- è più grave dell’amputazione, dove il trauma è concentrato in un punto ma gli altri tessuti sono normali. E' molto traumatico, la lesione è molto più estesa. In questo caso ad esempio abbiamo riattaccato non solo il mantello cutaneo ma anche i vasi. E' un’operazione certosina, che può essere eseguita solo in unità operative altamente specializzate nella microchirurgia”. In questo tipo di interventi la prognosi è superiore rispetto ad altre operazioni: “E' per via dell’alto rischio di infezioni che possono pregiudicare risultati che sembrano ottimali- spiega Pangallo- nel caso dell’operaio la prognosi è di due mesi. A creare possibile problemi è la durata dell’esposizione dei tessuti all’aria, per questo l’uomo viene sottoposto all’ossigenoterapia iperbarica. Ricorda un caso di un altro operaio che si era “sguantato” tutto il braccio. Anche se le amputazioni sono molto più frequenti, ma fortunatamente in calo sul lavoro grazie a un’attenzione maggiore alle norme di sicurezza, mentre sono in aumento quelle degli hobbisti, spesso privi di protezioni. Al primo posto ci sono le amputazioni causate dalla sega circolare, dall’errato uso di macchinari agricoli e dagli incidenti in moto. E' meglio avere un pollice e un indice che quattro dita in linea, per questo quando un paziente perde il pollice lo sostituiamo con un dito della stessa mano o dell’altra o anche del piede, se necessario. Serve almeno una struttura ossea funzionante che possa vicariare il pollice. Senza una grande esperienza nella microchirurgia tutto questo non sarebbe possibile”.

 

Nella foto l'articolo apparso sul Giornale di Vicenza